Migliaia di palestinesi sono scesi nelle piazze della Striscia di Gaza per protestare contro Hamas. Alla base delle diverse manifestazioni popolari, la mancanza di energia elettrica e gas, i frequenti black-out e le generali difficili condizioni di vita.
Non solo, perché i dimostranti hanno puntato il dito contro il gruppo terroristico che gestisce la Striscia anche per la decisione di tassare del 15%, il sussidio mensile di 100 dollari al mese, che gli abitanti ricevono dal Qatar.
Tutto al grido “Vergogna” e “Shia!” (cioè “Iraniani!”), quest’ultimo un attacco non banale, che dimostra come i cittadini di Gaza sappiano dello stretto legame tra Hamas e il regime di Teheran.
Hamas che ha risposto utilizzando il pugno duro: spari ad altezza d’uomo, decine di persone bastonate, nonché distruzione di tutti i cellulari che avevano ripreso la protesta. Una repressione brutale, finita lo stesso sui social grazie ad alcuni che sono riusciti a postare i video.
Una delle proteste che sta avendo maggior eco è quella che si è svolta nella parte meridionale della Striscia di Gaza, a Khan Younis, dove solo poche settimane fa si era tenuta una grossa presentazione dei campi estivi di Hamas, dove si insegna ai bambini l’utilizzo di armi da fuoco (AK-47, fucili da cecchino, lanciarazzi RPG, mortai e mitragliatrici).
Queste proteste dovrebbero finire sui tavoli di diverse cancellerie del mondo, andrebbero fatte vedere a tutti quei benpensanti che comodamente seduti sul divano di casa, dispensano colpe nei confronti di Israele, incolpandolo delle disagiate condizioni di vita in cui vestono i palestinesi di Gaza.
Palestinesi di Gaza che meglio dei sopracitati sanno che la mancanza di gas e di energia elettrica non passa sotto il controllo di Israele, ma sotto quello di Hamas.
Oggi, ogniqualvolta, uno pseudo personaggio posterà sui social la sua comoda protesta contro Israele, non bisognerà fare altro fargli vedere i video di queste proteste.