A Gaza continuano le proteste dei cittadini per la mancata soluzione al problema dell’elettricità, che ha portato migliaia di persone a scendere in piazza. Hamas non riesce a far fronte alle richieste, che con il freddo dell’inverno aumentano di giorni in giorno. Al momento i governanti della Striscia forniscono agli abitanti la corrente elettrica solamente per tre o quattro ore al giorno. Tutto questo, per la prima volta, ha messo in discussione il potere di Hamas, la cui polizia nei giorni scorsi è stata costretta a sparare in aria per cercare di disperdere i manifestanti.
Perché a Gaza è scoppiato il problema dell’elettricità?
Per i tagli che si sono aggravati per la mancanza di combustibile per l’unica centrale elettrica della zona, per i problemi con la linea proveniente dall’Egitto e per le dispute che vedono contrapposte Hamas e Al-Fatah, che contribuisce all’acquisto del carburante per la Striscia ma pretende una parte delle tasse imposte sulle bollette che il leader Khaled Mesh’al non vuole concedere. Le liti interne al mondo palestinese stanno rendendo le forniture ancora più saltuarie del solito ed estremamente rischiose per i due contendenti che sono messi sul banco degli imputati dal popolo. A placare gli animi tra Hamas e Al-Fatah sono intervenute la Turchia e il Qatar, che rispettivamente forniranno 200 mila tonnellate di carburante per il riscaldamento e un finanziamento di 12 milioni di dollari per permettere alla centrale elettrica di continuare a funzionare.
Ricapitoliamo.
Nella Striscia di Gaza la corrente elettrica viene fornita ai cittadini massimo quattro ore al giorno, anche per i contrasti tra Hamas e Al-Fatah. Quindi un elemento basilare come la corrente elettrica non solo non può essere concessa dai governanti di Gaza ma è anche oggetto di discussione in seno al mondo palestinese, che continua a chiedere uno Stato sovrano.
Come si può chiedere uno Stato sovrano senza riuscire a fornire la corrente elettrica? Come vengono impiegati i sussidi internazionali da chi governa Gaza?