La narrativa arabo-palestinese antisraeliana e antisemita ha sempre attecchito in grande parte delle opinioni pubbliche internazionali.
Complice la sua base fondante sui pregiudizi secoli antiebraici, complice la perversione di far diventare la vittima di ieri il carnefice di oggi, nonché la velocità di dare la notizia a discapito della sua veridicità, Hamas e suoi sostenitori stanno vincendo la guerra mediatica.
Se a tutto questo si aggiungono le formule giornalistiche, che tanto piacciono agli odiatori di professione, la deflagrazione è assai maggiore.
“Il massacro di Al Rashid” e “La strage della farina” non si sottraggono a questa linea. E così come la falsità si è impossessata della vicenda in merito al razzo di Hamas che ha colpito l’ospedale al-Ahli di Gaza a metà ottobre, non ha fatto diversamente per quanto accaduto in questi giorni riguardo gli aiuti umanitari vicino alla costa di Al Rashid, a ovest di Gaza City.
Cosa è successo?
Alle 4.40 di giovedì scorso il primo camion ha iniziato a transitare lungo il corridoio umanitario, protetto dalle Forze di Difesa israeliane in modo che potesse raggiungere la destinazione nel nord di Gaza. I droni israeliani erano in aria per dare alle forze dello Stato ebraico un’immagine dall’alto. Alle 4.45 una folla ha assaltato i camion di aiuti, fermando il convoglio.
Da una prima indagine delle Forze di Difesa israeliane è emerso alcuni palestinesi armati hanno sparato verso i camion di aiuti circondati dalla folla. I colpi di arma da fuoco ha causato una calca che ha portato alla morte di decine di gazawi.
Secondo quanto riferito, a un certo punto tantissime persone si sono avvicinate a un’unità militare israeliana, che supervisionava l’ingresso dei camion nella zona e i soldati hanno sparato in aria colpi di avvertimento.
I testimoni oculari citati dalla CNN hanno detto che alcuni camionisti guidati dai civili di Gaza hanno cercato di districarsi tra la massa investendo accidentalmente dei palestinesi.
Una tragedia umanitaria, che Hamas ha utilizzando per la propria propaganda. Il gruppo terroristico ha sostenuto che i morti palestinesi sono stati causati dal fuoco israeliano, che non si sa per quale motivo avrebbe dovuto sparare sulla folla.
Non solo, perché il gruppo terroristico ha cavalcato l’onda, minacciando di bloccare le trattative sulla tregua e sulla liberazione degli ostaggi per quanto accaduto.
Hamas non ha fornito prove sull’incidente, ma grande parte delle opinioni pubbliche internazionali ha preso per buona la sua ricostruzione.
A Israele si chiedono prove dei massacri del 7 ottobre. Prove che per essere tali devono essere frutto di un’indagine, che ha tempi più lunghi del tam tam mediatico. Ma Israele non viene creduta lo stesso.
Hamas non fornisce prove e viene creduto su quanto accaduto a Gaza sulla vicenda legata agli aiuti umanitari.
Ed è proprio in questi casi che si annida il doppio standard e l’odio per Israele e il popolo ebraico.
