Qadura Fares, ex Ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese e attuale Presidente del Palestinian Prisoner Club, ha dichiarato martedì in un’intervista concessa alla radio dell’esercito israeliano che Mahmoud Abbas non condannerà l’ondata di attacchi terroristici, in cui hanno perso la vita 4 civili israeliani, perché teme che Israele insisterà sul fatto che mere condanne senza interventi concreti sono una risposta insufficiente. Fares, che fra l’altro si è rifiutato di condannare lui stesso gli attentati, ha aggiunto che Abbas ha dimostrato in più occasioni di essere un leader morale.
Secondo Fares “Abbas ha sempre condannato il terrorismo ma gli israeliani hanno sempre risposto che non era abbastanza, che le sue parole erano ambigue e che dovrebbe intraprendere dei passi concreti invece di limitarsi alla retorica. Condanna o meno, agli israeliani non importa.”
Fares non ha voluto esprimere solidarietà per la morte di Naama ed Eitam Henkin, uccisi a colpi d’arma da fuoco davanti agli occhi dei loro 4 figli, e per Aharon Banita e Nehemia Lavi, fatalmente accoltellati a Gerusalemme. “Non mi sentirai condannare il gesto perché non merita condanne, non devi neanche chiedermelo” ha affermato Fares, “queste persone girano armate, incitano alla violenza, sono quelli che hanno rubato la terra ai palestinesi” probabilmente un riferimento al fatto che 3 delle vittime vivevano nella West Bank e una nella Città Vecchia di Gerusalemme. Dopo aver ricevuto ulteriori domande dall’intervistatore Fares ha deciso di riagganciare senza fornire risposte.
Ayman Odeh, membro della Knesset e capo della lista araba eletta nel Parlamento israeliano, ha dichiarato alla stessa radio che sebbene sia ideologicamente contrario all’uso della violenza non si sente in grado di dire ai palestinesi come dovrebbero combattere Israele: “non disegnerò una linea rossa per la nazione araba; decideranno da soli come combattere l’occupazione. Sono a favore della lotta del popolo palestinese per la creazione di uno Stato che viva a fianco di Israele. Darò sempre la colpa a Israele per l’occupazione, non posso dire ai palestinesi come proseguire la loro lotta.”
Nonostante l’appello pubblico di Benjamin Netanyahu la leadership palestinese non ha ancora denunciato le uccisioni di civili israeliani. Al contrario l’Autorità Nazionale Palestinese ha condannato Israele per l’uccisione di due attentatori: il primo aveva assassinato Lavi e Banita, l’altro aveva accoltellato un quindicenne ebreo. In un comunicato diffuso dall’agenzia Wafa il portavoce dell’ANP Ihab Bseiso aveva richiesto l’intervento della comunità internazionale per “l’uccisione di due giovani palestinesi a Gerusalemme e per una serie di incursioni nei villaggi della West Bank.” Ovviamente nel comunicato non c’era nessun riferimento al fatto che i due sono rimasti uccisi mentre attaccavano dei civili israeliani.
Abbas ha dichiarato di non volere un’escalation delle violenze e di voler raggiungere un’intesa diplomatica per evitare che entrambe le parti soffrano ulteriori perdite. Il Presidente palestinese ha però aggiunto che “nel frattempo ci difenderemo.” Nonostante i commenti distensivi i media controllati dall’Autorità Nazionale Palestinese continuano a diffondere materiale propagandistico che avverte dell’imminente confisca della Moschea di al-Aqsa e del quartiere musulmano della Città Vecchia da parte degli israeliani, lo riporta l’emittente israeliana Channel 2.