“Preside di liceo o imam della Repubblica?”. È il libro denuncia di Bernard Ravet appena pubblicato in Francia, destinato a far discutere. L’autore è stato preside per 15 anni in tre diverse scuole di Marsiglia, dove chi siede fra i banchi sono ragazzi a prevalenza musulmana. Ravet nel corso della sua carriera è stato all’interno di una realtà che ha visto crescere a dismisura la problematica dell’estremismo islamico fra gli studenti.
“Per timore di stigmatizzare gli istituti che dirigevo, sono rimasto in silenzio per 15 anni, è ora di finirla con la legge del silenzio che pesa sull’impatto della religione in certe scuole. Il fanatismo bussa alla porte degli istituti e impone i suoi simboli e le sue leggi nello spazio scolastico, durante la ricreazione, in mensa, in piscina”.
Fra le anticipazioni del libro c’è anche un episodio che riguarda un ragazzo ebreo. L’autore racconta di una madre ebrea intenzionata a far studiare il figlio nel liceo di Versailles, di cui Ravet era preside, dopo una permanenza in Israele
“Quando ho sentito parlare il ragazzo, ho capito che i miei studenti avrebbero scoperto subito la sua provenienza. Se avessero scoperto che veniva da Israele, l’avrebbero distrutto. Così, con imbarazzo, ho chiesto alla mamma di non iscriverlo alla scuola statale, ma ebraica. Quando, solo pochi mesi prima di questo episodio, un giornalista era venuto a chiedere a scuola quali erano i rapporti tra i miei studenti musulmani e i loro compagni ebrei, loro hanno risposto: Qui non ci sono ebrei e se ci fossero, sarebbero obbligati a nascondersi”.
La denuncia di Bernard Ravet si inserisce in uno spiacevole fenomeno che da anni sta costringendo gli ebrei francesi ad abbandonare il paese natio per emigrare in Israele a causa del fervente antisemitismo.
Nel libro Ravet svela altri particolari sulla situazione dell’estremismo islamico nelle scuole francesi: ragazze che ignorano il divieto di indossare il velo, insegnati insultate per aver indossato la gonna e messe nelle condizioni di non poter parlare di Shoah. Come se non bastasse all’interno degli istituti diversi studenti affermano che quella francese “è la lingua dei miscredenti” ed elogiano la sharia e l’Isis.
Serve altro per capire la gravità e la potenza dell’estremismo islamico?