Un fatto di cronaca terribile e molto scomodo, è accaduto a Parigi la notte del 3 aprile, ma come spesso succede, è passato in sordina.
Una donna ebrea di 66 anni, Sarah Halimi, è stata accoltellata e poi gettata dalla finestra quando era ancora in vita, dal suo vicino di casa musulmano, un 27enne che secondo alcune testimonianze avrebbe pronunciato la fatidica frase “Allah HuAkbar”.
Le autorità francesi si sono affrettate a specificare che non si sa ancora se sia stato un omicidio a sfondo antisemita, ma allo stesso tempo il Crif, l’istituzione che rappresenta l’ebraismo francese, spiega che non vi sono neanche elementi che lo escluderebbero. E visto che l’esperienza è una grande maestra, non si può dimenticare come la Francia si comportò di fronte ad un caso dove invece l’antisemitismo era lampante, quello del giovane Ilan Halimi (ironia della sorte, avevano lo stesso cognome), che fu torturato e seviziato per 21 giorno fino a morire per le ferite. In quel caso si dovette ricorrere ad un tribunale, prima che fosse riconosciuto l’aggravante dell’antisemitismo, un cancro da cui la Francia è affetta, ma del quale non vuole riconoscere l’esistenza e di conseguenza ne rifiuta le cure.
Dunque nel frattempo che le autorità francesi svolgano il propio lavoro, è interessante conoscere quanto raccontato dal figlio della vittima, Yonathan.
I vicini, secondo le ricostruzioni, sentendo delle forti grida provenire dal secondo piano, hanno chiamato la polizia, che giunta sul posto, ha trovato il 27enne che strillava in arabo; impauriti (!), gli agenti si sono fermati al pianoterra in attesa di rinforzi e nel frattempo l’assassino ha avuto il tempo di raggiungere il terzo piano attraverso il balcone, raggiungere la donna, accoltellarla e gettarla dalla finestra mentre implorava pietà. I vicini hanno riportato anche di aver udito il ragazzo musulmano gridare “Allah HuAkbar” mentre si scagliava contro la vittima.
Pochi giornalisti francesi ne hanno parlato, nessuno nel resto d’Europa, da noi il merito di aver tirato fuori la notizia, a parte la stampa ebraica, va dato a Rocco Schiavone de L’Opinione. Eppure vi sono molti elementi che fanno pensare ad un vero attacco jihadista e antisemita. Si aspetti, dunque, ma intanto si racconti cosa è accaduto, perché fatto sta che nella Francia peggiore che vi sia mai stata dall’Affare Dreyfus a dagli anni ’40, una ebrea è stata uccisa da un musulmano. Ancora una volta.
E non è difficile immaginare che l’ordine di insabbiare l’omicidio e la sua natura anti ebraica, rispecchi il timore di portare migliaia di voti in più nelle tasche di Marine Le Pen, che gli ebrei non li ama di certo, ma che allo stesso tempo potrebbe rappresentare l’argine per questa anarchia islamica in Francia.