Firenze è diventato teatro di proteste contro Israele. Sui muri della città, infatti, sono comparsi negli ultimi giorni dei manifesti che accusano lo Stato ebraico di apartheid.
A far partire la vergognosa campagna è stata la “Rete Firenze per la Palestina”, che ha puntato il dito contro il governo di Gerusalemme, come al solito con false accuse e senza guardare in casa palestinese, dove AP e Hamas non fanno nulla per migliorare le condizioni di vita del popolo.
Quello che è già divenuto “il caso dei manifesti” ha provocato diverse reazioni.
Come quella dell’assessore comunale a Welfare ed Educazione Sara Funaro:
“Firenze è da sempre città di costruzione di pace e dialogo e non tollera messaggi divisivi e che incitano all’odio. Affiggere in città dei manifesti dove è scritto che Israele è lo stato dell’apartheid è inaccettabile. Una città come la nostra, che costruisce ponti e fa dell’affermazione dei diritti uno dei propri valori fondanti, non può accettare che venga diffusa questa comunicazione. Bene il dialogo e il confronto, fatto anche di posizioni differenti, ma devono portare a soluzioni di pacifica convivenza”.
In precedenza era intervenuto, tra gli altri, anche il console onorario d’Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia Marco Carrai, il quale ha sottolineato che i cartelloni:
“Dichiarano Israele uno stato dove vige l’apartheid paragonandolo a ciò che era il Sudafrica prima della lotta e della presidenza di Mandela. Addirittura il gruppo consiliare Sinistra Progetto Comune ha ospitato l’associazione che promuove questa assurda ideologia nel Comune di Firenze per darle voce. Vorrei ricordare a tutti che oggi Israele è governata da una coalizione che vede anche il partito arabo al governo, che il governo di Israele non è uno stato di apartheid ma una delle poche democrazie in quella parte di emisfero e che continuamente medici palestinesi si formano negli ospedali israeliani senza parlare di ogni altro tipo di cooperazione”.
Carrai si riferisce anche a Sinistra Progetto Comune che aveva ospitato a Palazzo Vecchio Belal Jardo e Tawfiq Afana, attivisti del campo profughi palestinese di Aida, la cui avversione per Israele è ben nota.
È opportuno ricordare il doppio rifiuto del Comune di Firenze di adottare la mozione IHRA, che equipara l’antisemitismo all’antisionismo, in contrasto con la decisione della stessa Regione Toscana.