Minacce di morte e una fatwa, la prima palestinese dal 1948, sono state rivolte alla regista e alle attrici di In Between – Libere, disobbedienti e innamorate, film in uscita il 6 aprile prossimo.
Motivo? Perché l’opera prima di Maysaloun Hamoud parla schiettamente di sesso e racconta le storie di tre giovane donne arabe, desiderose di affermare la propria identità. Una pellicola al femminile, vivace e ironica che sullo sfondo di Tel Aviv, porta sul grande schermo la movida fra discoteche, alcool e marijuana, concentrandosi sulla vita di Laila (Mouna Hawa), un’avvocatessa emancipata, in attesa dell’uomo giusto; Salma (Sana Jammelieh) è una dj lesbica, che proviene da una famiglia tradizionalista e Nour (Shaden Kanboura) è una studentessa modello, vittima della sopraffazione maschile.
Hamoud ha spiegato:
“La mia generazione non può convivere ancora a lungo con i codici obsoleti della società patriarcale e dello sciovinismo: è tempo di mettere le carte in tavola. Se continuiamo a nascondere le nostre paure sotto il tappeto, finiremo per inciamparci sopra e sarà troppo tardi. Ho cercato di raccontare il complicato dualismo della quotidianità di tre ragazze, stretto fra la tradizione da cui provengono e la sregolatezza della metropoli in cui abitano, e il prezzo che devono pagare per una condizione che normalmente può apparire scontata: la libertà di lavorare, fare festa, scopare, scegliere”.
Premiato ai festival di Haifa, Toronto e San Sebastian, In Between – Libere, disobbedienti e innamorate è stato definito la versione araba di Sex and the city, la celebre serie, poi divenuta film, che per anni ha raccontato le vicende ma soprattutto la vita sessuale di quattro donne in una frenetica New York.
Troppo per i leader palestinesi, che hanno mal digerito il film tanto da ricorrere a una fatwa. E cosa diranno i loro sostenitori a riguardo? Come potranno da oggi accusare Israele di apartheid se l’ establishment palestinese è la prima che bandisce la libertà delle persone?
Semplicemente non possono. Come non hanno mai potuto. Perché se in Medio Oriente c’è la segregazione, non risiede certo in Israele, ma altrove…