Lo scorso 2 agosto sulla pagina ufficiale di Fatah, il partito di Abu Mazen “il moderato”, sono stati pubblicati i maggiori successi ottenuti del gruppo politico dai tempi di Arafat fino ad oggi, e per primo spicca l’uccisione di 11.000 israeliani, il traguardo di cui vanno più fieri.
La sponsorizzazione di Fatah è stata messa in piedi in previsione delle elezioni amministrative delle città palestinesi dei Territori contesi che si svolgeranno l’8 ottobre prossimo, mentre – lo ricordiamo – le elezioni politiche non vengono indette dalle autorità palestinesi da ben 10 anni, sia a Gaza che nella West Bank.
Tra i successi citati per accaparrarsi le simpatie del popolo palestinese, non vengono menzionati successi come la creazione di nuovi posti di lavoro, la costruzione di strutture sanitarie o la messa a punto di politiche legate al welfare. L’unico interesse è promuovere la violenza e il terrore contro Israele, ecco i punti citati:
– Fatah ha ucciso 11.000 israeliani
– Fatah ha sacrificato 170.000 martiri (shahid) […]
– Fatah è stato il primo a compiere operazioni (cioè attacchi terroristici n.d.r.) durante la prima Intifada, ed è stata la prima fazione palestinese a raggiungere il reattore nucleare di Dimona (vale a dire, l’uccisione di 3 madri lavoratrici sulla strada per l’impianto di Dimona n.d.r.)
– Fatah è stato il primo a combattere nella seconda Intifada (riferimento alla campagna di terrore nel 2000-2005 n.d.r.)
– Fatah è stato il primo a sconfiggere il nemico sionista (battaglia di El-Karameh)
– Fatah ha portato l’attacco palestinese contro Israele alle Nazioni Unite ”
D’altra parte, basterebbe leggere tra le righe i simboli della bandiera di Fatah per capire quali sono le aspirazioni: due braccia impugnano due mitra; una bomba a mano; una cartina di tutta Israele e dei Territori palestinesi completamente verde, ovvero palestinese e musulmana.
Questa ulteriore riprova del doppiogiochismo di Mahmoud Abbas – che internamente appoggia e foraggia il terrorismo e all’esterno lo condanna – fornisce importanti risposte a chi continua a chiedersi perché il tavolo delle trattative israelo-palestinesi sia fermo da anni. A molti, filopalestinesi e israeliani di una certa area politica, piace puntare il dito esclusivamente su Netanyahu, che pur non è un santo e di errori ne ha fatti, ma tendono sempre a dimenticare che gli accordi si fanno in due e se dall’altra parte c’è chi vuole ucciderti, l’unica soluzione è la difesa dei propri cittadini a tutti i costi.
Certo è che se questo è il moderato, figuriamoci gli altri.
Il più grande favore che il mondo potrebbe fare ai palestinesi è salvarli proprio dai loro stessi leader.