Fascisti, BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni nei confronti di Israele) e le celebrazioni del 25 aprile. Fino ad alcuni anni fa sarebbe stato impensabile scrivere un articolo come questo. Mai avremmo pensato che il giorno della Liberazione in Italia diventasse una passarella provocatoria per i gruppi di estrema destra, né tantomeno un’occasione di purificazione per i boicottatori di Israele, parenti vicini di coloro che durante la Guerra strizzarono l’occhio ad Adolf Hitler, nient’altro che l’invasore, lo sterminatore: colui senza il quale milioni di persone avrebbero continuato a vivere la loro vita invece che essere deportati e uccisi nelle camere a gas.
Simbolo di questo oltraggio, suo malgrado, la città di Milano: medaglia d’oro della Resistenza. Ed è proprio nel capoluogo lombardo che molte associazioni antifasciste hanno chiesto al sindaco Sala di fermare l’oltraggiosa manifestazione contro la memoria dei gruppi di estrema destra, da Lealtà e Azione e CasaPound, intenti anche quest’anno a sfilare al Campo 10 del cimitero Maggiore per macchiare ulteriormente un giorno che dovrebbe rimanere immacolato nella storia e nella coscienza civile di ogni italiano.
Giorno che nel nostro paese è stato e deve continuare a essere sinonimo di libertà. Quella stessa libertà a cui diede il proprio contributo la Brigata Ebraica (al fianco dell’esercito britannico in Italia ed in Austria determinando la sconfitta della Germania nazista), di cui si vuole impedire la presenza da parte del BDS che vorrebbe prendere parte alle celebrazioni del 25 aprile, in barba all’incompatibilità storica, in quanto figlio legittimo e riconosciuto del movimento Arabo Palestinese, a cui era a capo il Gran Mufti di Gerusalemme Amin al Husseini che prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale tese la mano al Terzo Reich, offrendo aiuto per cancellazione del popolo ebraico in quello che di lì a breve sarebbe diventato lo Stato d’Israele.
Milano e l’Italia intera devono impedire sfilate nostalgiche e appropriazioni storiche indebite di un giorno da che ha iniziato quel lungo e faticoso percorso che si chiama democrazia.