“Un altro passo nell’impegno per combattere l’odio”. Così Facebook ha definito il proprio cambio di rotta riguardo i contenuti che negano la Shoah.
Una svolta rispetto alle iniziali idee dell’azienda, spesso morbida sull’argomento. I vertici di Facebook hanno spiegato come è maturata la decisione di instradare gli utenti su contenuti veritieri sull’Olocausto.
Mark Zuckerberg, presidente e amministratore di Facebook, ha detto:
“Oggi aggiorniamo le nostre regole sull’incitamento all’odio per includere all’interno di questa categoria gli interventi che negano l’esistenza dell’Olocausto. Inoltre, se le persone cercheranno post sull’Olocausto su Facebook verranno indirizzate a contenuti affidabili che diffondono informazioni accurate e verificate. Ho avuto molte difficoltà a confrontarmi con la tensione tra l’intenzione di garantire la libertà di espressione e i danni che può causare minimizzare o negare gli orrori dell’Olocausto. Il mio stesso pensiero al riguardo è maturato osservando dati che mostravano un incremento nella violenza di stampo antisemita. Tracciare una linea tra ciò che è lecito è ciò che non è lecito dire e propagandare non è semplice, ma per come stanno le cose nel mondo in questo momento, credo personalmente che questo sia il giusto equilibrio”.
Zuckerberg, inoltre, ha sottolineato il motivo per cui ha modificato le proprie idee:
“Il mio pensiero si è evoluto quando ho visto i dati che mostrano un aumento della violenza antisemita”.
Sheryl Sandberg, numero due della società, ha aggiunto:
“Purtroppo nel mondo in cui viviamo stiamo assistendo al sorgere di nuove forme di odio, nonché a un aumento di alcune delle più antiche forme di odio, compreso l’antisemitismo. Ecco perché questo cambiamento di policy”.
La decisione di Facebook è stata accolta in maniera molto favorevole dallo Yad Vashem, il museo della Shoah di Gerusalemme, ritenendolo un passo “significativo nella giusta direzione”.
Nel luglio scorso Facebook era stato incalzato sull’argomento dai sopravvissuti della Shoah, che avevano auspicato un intervento per combattere il negazionismo presente sul social. Un appello a cui era seguito uno studio, condotto dall’Institute for Strategic Dialogue (ISD) secondo cui l’algoritmo di Facebook, almeno per la lingua inglese promuoveva “attivamente i contenuti di negazione” dell’Ol0causto.
Una decisione, quella di Facebook, molto importante che conferma una tendenza: l’aumento dell’antisemitismo.