Il Consiglio d’Europa ha adottato un rapporto che accusa Israele di perseguire “uno spaventoso schema di uccisioni illegali, evidentemente sistematiche” di civili innocenti. A scriverlo è stata Eva-Lena Jansson, esponente del partito socialdemocratico svedese, che si è basata su altri rapporti firmati dalla ong Al-Mezan.
Poche righe è già i conti non tornano. Come può un organismo composto da tutti i paesi europei più ampio dell’Unione Europea adottare un simile rapporto? E come può farlo basandosi su una un’organizzazione non governativa con sede a Gaza che sostiene il movimento BDS per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele?
Questi legami fra i paesi europei e le ong sono tutt’altro che nuovi. Come non sono nuovi i finanziamenti che l’Europa elargisce a organizzazioni che, dietro presunti e mendaci rapporti sui diritti umani, in realtà lavorano per una campagna più ampia che vuole solo la distruzione dello Stato d’Israele: su tutti la Francia, la nazione più generosa in termini di denaro verso ong legate alla jihad.
Al-Mezan è in buona compagnia, perché anche la ong israeliana Gisha ha stilato un rapporto molto simile. Stessa matrice, stesso risultato.
Ma non è accusando Israele di crimini non perpetrati che si risolvere il conflitto israelo-palestinese, né si aiuteranno gli abitanti della Striscia. Anzi, così facendo si darà solo linfa vitale ad Hamas, che altro non vuole che la distruzione dello Stato ebraico come scritto nello proprio statuto.
Il problema vero è che mentre Israele può esportare tante eccellenze (informatica, hi tech, cultura etc), Hamas può solo esportare il dolore dei palestinesi di Gaza che non è causato da Israele, ma dalla stessa leadership della Striscia. È di poche settimane fa la notizia che gli abitanti di Gaza hanno protestato contro Hamas e Anp per la mancanza di energia elettrica. I palestinesi soffrono è vero, ma per colpa di chi li governa, non per colpa di Israele.