Le immagini drammatiche delle esplosioni di ieri a Beirut, avvenute nella zona portuale della città, hanno riportato la memoria libanese indietro alla guerra civile, quando per 15 anni il paese è stato lacerato da conflitti interni. Esplosioni che si sono udite fino a Cipro, che dista più di 200 km.
Il bilancio è di 100 morti, altrettanti dispersi e 4000 feriti.
Al momento non vi è una causa ufficiale, ma solo ipotesi di cosa si sia verificato ieri al porto di Beirut.
La prima è stata quella secondo cui a esplodere sia stato un deposito di fuochi di artificio, in seguito il ministro della Salute, Hamad Hasan, ha posto l’attenzione su un deposito in cui erano immagazzinate oltre 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio (sequestrato sei anni fa su una nave mercantile diretta in Zambia), sostanza chimica altamente esplosiva utilizzata per produrre alcuni fertilizzanti azotati
In queste ultime ore, si sta facendo largo una terza ipotesi, paventata da uno dei massimi esperti di esplosivi in Italia, Danilo Coppe, che ha affermato:
“Non credo che al porto di Beirut ci fosse quella quantità di nitrato di ammonio, né che ci fosse un deposito di fuochi d’artificio. A giudicare dai video mi sembra di più un’esplosione di un deposito di armamenti”.
In proposito fonti israeliane avevano suggerito che quel magazzino venisse utilizzato da Hezbollah, il gruppo terroristico sciita legato all’Iran, che ha accusato lo Stato ebraico di essere responsabile delle esplosioni.
Stato ebraico che prima ha spedito le accuse al mittente e poi ha offerto il proprio aiuto alla popolazione di Beirut, che al momento vive una situazione estremamente difficile, da cui potrà uscire solo con il sostegno dei vari paesi, che si sono dichiarati disponibili.
Se venisse confermata l’idea di Coppe, verrebbe da chiedersi cosa ci facessero armamenti nei magazzini del porto e come mai fossero così vicini ai centri abitati.
Qualunque sia la causa delle tremende esplosioni che hanno messo in ginocchio Beirut, dobbiamo domandarci cosa stia avvenendo in Libano, paese dove sembrano concentrarsi un gran numero di avvenimenti legati alla questione mediorientale.