Una fortissima esplosione è avvenuta ieri poco prima del tramonto al quartier generale di Hamas a Gaza. L’attacco dovrebbe essere collegato a una minaccia ricevuta dal gruppo terroristico palestinese da parte di alcuni uomini che si dicono affiliati allo Stato Islamico. L’esplosione ha solo danneggiato l’esterno dell’edificio e non ci sono vittime secondo l’Associated Press.
Poche ore prima un messaggio apparentemente firmato da alcuni jihadisti anti-Hamas minacciava di agire contro “specifici obiettivi” se non fossero stati liberati i prigionieri Salafiti in mano a Hamas. Non è ancora chiaro se l’esplosione e la minaccia siano da attribuire allo stesso gruppo, al momento l’unica cosa certa è il nome di questa nuova organizzazione che spaventa sia i palestinesi che gli israeliani: Sostenitori dello Stato Islamico di Gerusalemme.
E’ probabile che il gesto sia una reazione agli arresti effettuati dalle forze di polizia di Hamas durante l’ultimo mese, un’operazione che ha condotto in carcere un importante leader Salafita che si dichiarava un supporter dello Stato Islamico, il Califfato che oggi detiene gran parte della Siria e dell’Iraq e che terrorizza le popolazioni con decapitazioni ed esecuzioni sommarie.
Hamas è un’organizzazione ideologicamente allineata ai Fratelli Musulmani ed è quindi in contrasto con i jihadisti dello Stato Islamico che seguono un’interpretazione del Corano ancor più stretta e violenta. Sebbene si siano già verificati episodi come la comparsa di alcune bandiere nere dell’ISIS nelle città palestinesi, non c’è ancora nessuna prova che il gruppo estremista abbia messo definitivamente un piede nella Striscia di Gaza. La sensazione è che però i fondamentalisti dello Stato Islamico vogliano sfruttare il calo di popolarità sia di Hamas che dell’Autorità Nazionale Palestinese per raccogliere sempre più consensi tra la popolazione palestinese e far sprofondare la zona nel caos così come è già accaduto in tutti i luoghi dove sono riusciti ad assicurarsi la fedeltà dei gruppi estremisti di matrice jihadista.