Il gruppo terroristico Hezbollah ha perso la maggioranza al Parlamento libanese. I risultati ufficiali delle elezioni, svoltesi domenica 15 maggio, hanno decretato la perdita di almeno 5 seggi, facendo passare Hezbollah e i suoi alleati dai 70 seggi, conquistati alle elezioni del 2018, ai meno di 65 seggi di questa tornata elettorale.
Ancora non si conosce il numero preciso dei seggi perduti, causa la complessità delle del sistema elettorale libanesi.
Secondo gli analisti, Hezbollah non è stato in grado di soddisfare le esigenze della popolazione, che vive una situazione economica molto difficile.
Già nel 2019 erano divampate le proteste, aumentate dopo la crisi causata dalla pandemia. In più, la popolazione libanese vuole delle risposte in merito allo scoppio avvenuto al porto di Beirut nell’agosto del 2020.
A questo vanno sommato la corruzione e l’inadeguatezza della classe politica divisa e incapace di prendere decisioni.
Ed è proprio alla base delle mancate decisioni che si è annidato il malcontento popolare, con la conseguenza di far finire Hezbollah sul banco degli imputati.
La battuta di arresto del gruppo terroristico sciita è anche la sconfitta dell’Iran e del presidente siriano Assad, da anni sostenitori di Hezbollah.
Quali saranno le conseguenze di queste elezioni al momento non è possibile dirlo, soprattutto in considerazione del fatto che la frammentazione della politica libanese renderà assai complessa la formazione di un governo.
Governo che dovrà far fronte a diversi problemi, dalle tensioni etniche e religiose alla crisi economica che sta attanagliando il Libano da anni. Senza dimenticare la politica estera, che dovrà far fonte alle tensioni in Medioriente e l’attuale crisi internazionale causata dalla guerra fra Russia e Ucraina.