Tre palestinesi sono stati uccisi giovedì dell’esercito egiziano, che ha pompato gas tossico in un tunnel di contrabbando, che si estende dalla Striscia di Gaza alla penisola del Sinai.
A riportare la vicenda sono stati i media palestinesi.
Quella dei tunnel è una problematica non nuova tra Gaza e l’Egitto, il cui portavoce dell’esercito Tamer Al-Refai, dichiarò lo scorso anno che nei sei anni precedenti, il suo paese aveva distrutto più di 3.000 tunnel lungo il confine con la Striscia.
In un’intervista rilasciata al canale di notizie egiziano Extra News nel 2020. Al-Reafi disse: “Nel 2015, il governo [egiziano] ha preso la decisione di istituire una zona cuscinetto lungo il confine [con la Striscia di Gaza]. Questi tunnel sono stati utilizzati per minacciare la sicurezza nazionale egiziana, inclusa l’infiltrazione di terroristi, il contrabbando di armi, munizioni, merci, stupefacenti e veicoli. Abbiamo stabilito la zona cuscinetto in più fasi perché i residenti dovevano essere trasferiti. Hanno ricevuto un risarcimento”,
Episodi analoghi sono avvenuti anche in passato. Come nel 2019, quando la decisione dell’esercito egiziano di pompare fumi tossici in un tunnel di contrabbando, che si estendeva nella penisola del Sinai dalla Striscia di Gaza, causò morti e feriti tra i palestinesi.
Due anni prima, tre palestinesi morirono in un tunnel tra Gaza e il Sinai in circostanze simili.
A questo punto, ci aspettiamo una presa di posizione della Comunità Internazionale, dei media e della società civile.
Ci aspettiamo una dura e ferma condanna nei confronti dell’Egitto, che dovrebbe essere così accusato di “uso sproporzionale della forza”, di non rispettare i diritti umani e non pensare al povero popolo palestinese.
Aspettiamo. Se così non fosse, allora, tutte le critiche che vengono fatte a Israele, sarebbero strumentali e faziose.
Sarebbero figli di quell’antisemitismo, che in molti hanno coperto con le avversità contro il governo di Gerusalemme e che, negli ultimi anni, si era concentrato sulla figura dell’ex premier Benjamin Netanyahu.
Attendiamo, così scopriremo se i palestinesi vanno pianti solo quando vengono uccisi da Israele.