“Vivevo in un paese dentro ad un altro paese”, così Benjamin Reich, fotografo israeliano descrive la condizione di vita in una comunità ebraica ultra ortodossa in Israele. Lì si sentiva stretto, in una società a parte che nulla ha a che fare con quella israeliana, aperta ed estremamente dinamica. Figlio del rabbino di una importante Yeshivah (scuola rabbinica) e cresciuto con altri 10 fratelli, Benjamin non aveva accesso alla televisione e ai quotidiani, indossava grossi cappelli e le basette gli scendevano a molla dalle tempie, come da tradizione.
Sentiva l’attrazione per l’arte e per la fotografia, finché un giorno ha deciso di tagliare i riccioli del chassidismo per approdare sulle istantanee dell’arte. Osservando i suoi scatti ci si rendi immediatamente conto di come Reich non abbia in realtà rimosso le forti tradizioni della vita precedente, tenendole spesso al centro della sua arte e spiegandole al grande pubblico a modo suo.
L’arte di Benjamin Reich punta ad unire l’estetica alla tradizione e permette in altre parole di riscoprire il mondo ultra ortodosso, i suoi misteri e al tempo stesso la sua semplicità, e di guardare con occhi diversi quegli uomini e quelle donne che sembrano essere lontani anni luce dalla società moderna.
“Non voglio lasciarmi alle spalle quel mondo”, spiega il fotografo, “il mio obiettivo è quello di catturare l’ebreo ortodosso come bello e sensuale, in contrasto con lo stereotipo dell’uomo religioso poco attraente e antiestetico”.
Per scoprire la sua arte: http://www.benyaminreich.com/
Video intervista: https://www.youtube.com/watch?v=0b_UdNlnjeI#t=959