La Norvegia e l’Olanda sono gli ultimi due paesi dell’area Schengen ad aver annunciato di voler introdurre di nuovo dei controlli alla frontiera.
Oslo ha reso nota ieri la decisione di prorogare i controlli già in essere, fino al primo dicembre. Decisione che la ministra alla pubblica sicurezza del governo norvegese, Emilie Mehl, ha motivato soprattutto a causa delle “minacce per obiettivi ebraici e israeliani”.
L’Olanda ha dichiarato che i controlli inizieranno il 9 dicembre prossimo e avranno una durata di sei mesi, dando seguito alla proposta dell’esecutivo capeggiato dal Partito per la libertà (Pvv) di Geert Wilders.
Il provvedimento di sospendere Schengen è stato preso allo stato attuale da nove paesi: Italia, Austria, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Olanda, Slovenia e Svezia.
Cos’è l’area Schengen, cosa significa e per quanto tempo di possono reintrodurre i controlli alla frontiera?
L’area Schengen, che comprende tutti gli Stati membri dell’Ue – fatta eccezione per Irlanda e Cipro – e integra anche Bulgaria e Romania che vi fanno parte solo per frontiere marittime e aeree, ma non ancora per quelle terrestri; è la zona di libero movimento delle persone e delle merci, che consente di attraversare i confini senza passare da dogane e di viaggiare su navi e aerei senza obbligo di passaporto, ma semplicemente con la propria carta d’identità.
La portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper, ha sottolineato che ristabilire il controllo dei confini nell’area Schengen è adottabile in maniera “eccezionale” per una porzione “limitata nel tempo”.
La “grave minaccia all’ordine pubblico o alla sicurezza interna” per diversi paesi europei significa doversi difendere dagli attacchi che hanno come obiettivi ebrei e israeliani.
Minaccia che si è intensificata negli ultimi mesi anche a causa di un’informazione che non informa veramente su cosa stia succedendo in Medio Oriente.