L’era dell’antisemitismo all’interno dei Laburisti inglesi sembrava essersi chiusa Jeremy Corbyn. A riaprirla e se vogliamo ampliarla ci ha pensato la deputata Diane Abbott, prima donna nera eletta a Westminster, che in una lettera sul razzismo scritta per l’Observer, l’edizione domenicale del Guardian, si è lanciata in paragoni che hanno alzato un vero e proprio polverone.
Nel testo scritto da Abbott si legge che ebrei, irlandesi ed etnie nomadi dell’Irlanda hanno “sperimentato il pregiudizio” analogo a quello subito dai “bianchi con spiccati elementi di differenza, come le persone con i capelli rossi”.
E ancora ebrei e altri gruppi sono stati vittime di “discriminazioni” ma non razzismo per tutte le loro vite e non sono stati privati dei propri diritti come successo ai neri in Sudafrica.
Sono divampate le ovvie polemiche che hanno travolto la parlamentare di origini giamaicane, che ha provato a fare marcia indietro:
“Voglio ritirare le mie osservazioni. Il razzismo ha molte forme, è innegabile che anche gli ebrei e altri ne abbiano sofferto i mostruosi effetti”.
Una ritirata ritenuta strategica da Diane Abbott, che pensava di averla scampata. Di diverso avviso il leader dei Laburisti, Keir Starmer, il quale ha deciso per la sua sospensione, che tradotto vuol dire sedere alla Camera dei Comuni tra gli indipendenti.
Proprio accanto al suo amico Corbyn, con cui in passato ha lavorato a stretto contatto quando il politico britannico era a capo dei Labour.
Una vicenda su cui, ovviamente, è intervenuto il Board of Deputies of British Jews, una delle maggiori organizzazioni ebraiche della Gran Bretagna, che ha definito “vergognosi” i commenti della Abbott.
Karen Pollock, direttrice dell’Holocaust Educational Trust si è soffermata sulla “scala gerarchica” esposta dalla Abbott:
“È sbagliato considerare l’antisemitismo una forma minore di razzismo”.
Come sempre scriviamo in questi casi a preoccupare non sono esclusivamente le parole, ma chi le ha pronunciate: una deputata di uno dei paesi con più influenza nel mondo.