Domani si concluderanno i negoziati per l’accordo sul programma nucleare iraniano ma non è ancora chiaro se con esiti positivi o negativi. Al momento il Ministro degli Esteri iraniano e quelli delle sei potenze coinvolte sono a Losanna per cercare di arrivare almeno ad un accordo preliminare da perfezionare nei prossimi mesi ma ci sono almeno tre nodi cruciali da risolvere e su cui le parti sembrano lontane secondo fonti diplomatiche ascoltate dalla Reuters.
Da giorni Iran, Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania stanno facendo delle vere e proprie maratone diplomatiche nella città svizzera per rompere lo stallo in cui sono caduti i negoziati ma pare che questi sforzi possano risultare vani alla fine. Il rappresentante della Russia, Sergei Ryabkov, è stato l’unico a manifestare un certo ottimismo oggi, lo riporta l’agenzia stampa TASS: “Una sessione estremamente intensa ha avuto luogo questa mattina. A generare ottimismo è la determinazione di tutti nel raggiungere il risultato prima della scadenza.”
Le sei potenze vorrebbero più di una semplice sospensione di dieci anni delle operazioni più sensibili del programma nucleare. Gli iraniani, che negano di voler sviluppare la capacità di produrre armi nucleari, chiedono in cambio la rimozione immediata e completa delle sanzioni economiche imposte dalla comunità internazionale che stanno strangolando la sua economia. Sebbene alcuni argomenti sono stati risolti, ci sono ancora molte differenze che non permettono alle parti di concludere l’accordo. Una di queste differenze è legata alla richiesta iraniana di continuare nella ricerca di nuove centrifughe in grado di purificare l’uranio più velocemente e in quantità maggiori rispetto a quelle operative nelle sue centrali nucleari. Un altro aspetto chiave è la velocità con cui verranno rimosse le sanzioni. Un funzionario degli Stati Uniti ha confidato domenica alla Reuters che ci sono anche altri punti irrisolti ma tutto gira intorno a queste due questioni fondamentali.