La distruzione d’Israele è stata annunciata dall’Iran. In piazza della Palestina, nel centro di Teheran, campeggia un orologio che segna il tempo che manca alla fine dello Stato ebraico: 8411 giorni, poco più di 23 anni.
E’ la provocazione dei dimostranti che si sono riversati nelle strade per celebrare la Giornata di Al-Quds, ossia Gerusalemme. Secondo i media governativi sono state un milione le persone che sono scese in piazza al canto di “morte a Israele”, ricordando la “profezia” della Guida suprema della Repubblica islamica Ali Khamenei: “niente” rimarrà di Israele “entro il 2040”.
Presenti alla manifestazione anche il presidente Hassan Rohani e il presidente del Parlamento Ali Larijani che ha puntato il dito contro il governo di Gerusalemme, definendolo “madre del terrorismo” e “peggior terrorista di tutti i tempi”.
I manifestanti non hanno mancato di lanciare slogan contro gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, mentre i Pasdaran – i guardiani della Rivoluzione – hanno portato in piazza missili balistici, compresi gli ultimi modelli usati dieci giorni fa per colpire le postazioni dello Stato islamico in Siria, nella provincia di Deir ez-Zour.
La giornata di Gerusalemme è l’occasione annuale nella quale il regime iraniano riversa odio e ostilità nei confronti dello Stato d’Israele. Lo stesso presidente Rohani, in una intervista all’agenzia Irna, ha affermato che “Israele aiuta i terroristi”.
Israele non aiuta i terroristi, li combatte. E lo fa da decenni, perché tutti i governi di Gerusalemme hanno sempre cercato di difendere i cittadini dal terrorismo, che non smette mai di colpire le città israeliane.