Un diplomatico israeliano è stato oggetto di insulti antisemiti in Ungheria. Il console Motti Rave è stato avvicinato da un uomo che lo aveva sentito parlare in ebraico e che lo ha molestato chiamandolo “sporco ebreo” e dicendogli che “Hitler avrebbe dovuto finire ciò che aveva cominciato.” Lo riporta il quotidiano israeliano Yediot Aharonot.
Rave, che parla fluentemente ungherese, ha compreso subito gli insulti e ha chiamato la polizia che ha arrestato il colpevole. I funzionari del governo israeliano hanno ringraziato le autorità ungheresi per la rapidità con cui hanno agito nell’affrontare l’incidente.
Nonostante l’Ungheria abbia recentemente chiesto scusa per il suo ruolo durante le deportazioni naziste, le organizzazioni ebraiche locali sono in conflitto con il governo dall’inizio del 2014 accusandolo di revisionare i memoriali della Shoah al fine di nascondere la complicità ungherese nel genocidio ebraico. Al centro della controversia c’è la statua raffigurante l’aquila tedesca che si avventa sull’angelo Gabriele, il simbolo di Budapest. La statua, che non ha nessun collegamento diretto con gli ebrei, secondo le organizzazioni ebraiche ritrae gli ungheresi come vittime senza alcun ruolo negli orrori dell’occupazione nazista.
Inoltre le comunità ebraiche hanno preso posizione contro l’House of Fates, un museo in costruzione a Budapest dedicato alla Shoah ma in cui non c’è alcun riferimento al ruolo dei collaborazionisti ungheresi. Infine non bisogna dimenticare che Jobbik, partito di estrema destra fortemente antisemita e anti-rom, è al momento la terza forza politica presente nel parlamento ungherese.