I diari segreti di Arafat. Diciannove volumi in cui il leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina ha scritto informazioni riservate, trame politiche e giochi di potere dal 1985 al 2004, anno della sua morte.
Volumi che sono stati scoperti dall’Espresso, in cui emergono, fra l’altro, retroscena che riguardano il rapporto fra l’Olp e l’Italia, sempre con Israele come ago della bilancia.
Nei diari segreti di Arafat, in scritti in arabo, viene portata alla luce una nuova lettura della vicenda legata all’Achille Lauro, la nave da crociera dirottata da quattro terroristi palestinesi, in cui venne barbaramente ucciso l’ebreo americano Leon Klinghoffer.
Fino a oggi, si era sempre ritenuto che fosse stato l’allora primo ministro Bettino Craxi a dare il via libera alla fuga del terrorista Abu Abbas verso la Bulgaria.
Secondo i diari segreti di Arafat, invece, fu Giulio Andreotti, che nel 1985 era ministro degli Esteri, a consentire ad Abbas di scappare dall’Italia per rifugiarsi in Tunisia, passando appunto per la Bulgaria. Sempre secondo quanto scritto dal leader palestinese, Andreotti ha sempre giocato un ruolo importante nelle mediazioni internazionali che riguardavano i palestinesi, soprattutto con gli Stati Uniti.
Nei diari Arafat rivela anche un stretto rapporto con Silvio Berlusconi. Nel 1998 i due si incontrarono in una capitale europea e in quell’occasione il leader palestinese decise di confermare la falsa versione data dall’allora Cavaliere ai giudici riguardo i 10 miliardi di lire che andarono nella casse del Partito Socialista Italiano. Arafat mentì, affermando che quei soldi in realtà erano destinati all’Olp come sostegno alla causa palestinese. La bugia venne ripagata da Berlusconi con un bonifico di cui Arafat ha annotato i dettagli nei suoi diari.
Fra gli scritti di Arafat colpisce la sua totale assenza di responsabilità nella commissione di un attentato. Quando gli venivano proposte azioni terroristiche si limitava a rispondere un laconico “fate voi” per poi compiacersi a strage avvenuta e scrivere sui diari “bene, bene”.
Nei diari segreti di Arafat, inoltre, viene confermata la validità del Lodo Moro e la sua contrarietà alla Prima Guerra del Golfo:
“Devo schierarmi con lui, il mio popolo me lo impone, ma ho cercato con più telefonate di farlo desistere dalla follia che sta facendo”.
Una valutazione poco elegante, Arafat la rivolge al presidente israeliano Shimon Peres, ritenuta “una bravissima persona: un bel soprammobile”.
I diari segreti di Arafat: altre conferme dei rapporti previlegiati fra l’Italia e i palestinesi.