Luigi de Magistris e la sua personale guerra contro Israele. C’è un signore a Napoli che, indossando l’elmetto, ha ingaggiato una personale guerra contro Israele. Un signore che scrive tweet farneticanti nei quali denuncia che “a Gaza è in atto uno sterminio” e che “non si può tollerare l’uccisone di bambini e civili” per cui “il governo condanni la strage di innocenti” e che grida “Free Palestine!”.
Il signore, che si esprime in questo modo, non è un esagitato ultrà dei centri sociali. Non è un ragazzotto inesperto che discute di politica estera, approssimativamente, fuori al bar. No, lui è il sindaco della città, l’immaginifico Luigi de Magistris, il primo cittadino della bandana e del “cacatisotto”, la vittima perenne dei complotti della vecchia politica, l’uomo che si lamenta sempre (“Non ho i soldi” “Ci vogliono fermare” e blablabla). L’uomo che accampa scuse di continuo, il quale anziché esprimersi con sobrietà e pacatezza, misurando, assennato, le parole, esonda, scompostamente, in deliri anti israeliani, esponendosi sovente alle critiche e, qualche volta, al ridicolo. Come quando in un altro tweet chiede al governo italiano che “condanni quest’escalation militare e non fornisca più armi ad Israele”. Facendo una figura barbina dal momento che l’Italia non vende armi ad Israele.
Ma il personaggio è così, esorbitante e gradasso. Adesso addirittura, insieme alla sua maggioranza, vuole votare una mozione per chiedere l’embargo contro Israele. Roba da matti. Infatti questo è uno dei temi dei quali si discuterà in un convegno, sfacciatamente antiisraeliano, che si terrà in una sala concessa dal Comune, che ha suscitato lo sconcerto della comunità ebraica di Napoli, che, per protesta, ha deciso di non partecipare alle manifestazioni indette dal Comune per commemorare il Giorno della Memoria. Dietro questo convegno che si sarebbe dovuto tenere il 29 Gennaio ma che, misteriosamente, è stato spostato di una settimana, ci sono, tra l’altro, quattro consiglieri di maggioranza tra cui il presidente dell’Aula, Sandro Fucito.
A Napoli, per chi non lo sapesse, ci sono dei consiglieri comunali, come la pasionaria, Elenora De Majo, la quale si mostra su Facebook in “pose marziali” tra persone armate di mitra che definisce gli israeliani “porci, accecati dall’odio, negazionisti e traditori della propria stessa tragedia”. Il signor Fucito invece, anima del convegno, è un fervente filopalestinese che si distingue per l’inadeguatezza a gestire, quando è assessore, il patrimonio degli immobili comunali, una parte dei quali in mano agli abusivi e non ai legittimi assegnatari (come da inchiesta di Corrietv). Uno che dovrebbe parlare alla città di cosa (non) ha fatto da assessore si occupa, nell’Aula del consiglio, di politica estera cercando di far passare un ordine del giorno per “l’embargo militare ad Israele”.
Incredibile. Gli argomenti che tratterà il convegno antisionista, che vede anche la partecipazione di un esponente del Bds, sono quelli soliti: l’apartheid del popolo palestinese, le violazioni del diritto internazionale, i diritti umani negati, e via sproloquiando. Insomma, il logoro armamentario disinformativo che mette in atto la gioiosa macchina della propaganda pro-pal. La guerra personale ingaggiata dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris contro Israele, e le continue, indignate proteste della paziente comunità ebraica napoletana, che, ogni volta, è costretta a subire le angherie di questo esagerato supporter filopalestinese non conosce soste. Ma le sue invettive contro Israele sono veramente esiziali. Per chi non lo sapesse, de Magistris, è l’uomo, per eccellenza, delle frasi fumose, indeterminate, vaghe, espresse con un tono solenne e teatrale, ma dentro le quali non c’è nulla di concreto.
Chi non ricorda le sue, patetiche, invettive contro i fantomatici “poteri forti” che gli avrebbero prima impedito di svolgere il mestiere di pubblico ministero e, dopo, ostacolato la carriera politica? Concetto ripetuto, qualche sera fa, anche a “Piazzapulita”, quando ha ricordato che a “fermare” le sue inchieste sarebbero state “le incrostazioni mafiose presenti nello Stato” (e non l’inconsistenza delle prove da lui raccolte). Una frase, come tante che pronuncia, senza senso, semplicistica, buttata lì solo per fare effetto. Chi si celerebbe dietro le incrostazioni? Chi sarebbero i mafiosi che gli si mettono di traverso non è dato sapere. Esattamente come la sua avversione verso Israele, che è fatta di parole d’ordine e slogan vuoti e stantii, forse echi di parole orecchiate, probabilmente, alle manifestazioni pro-palestinesi, dei suoi trascorsi liceali e che ripete, grottescamente, in età matura, con un misto di candido giovanilismo. Ma che si rivelano, comunque, dannose e che fanno di Napoli, una sorta di avamposto palestinese che lede i diritti di quei cittadini che in questa sua battaglia identitaria non si riconoscono. I quali sono costretti a subire, passivamente, dei veri e propri soprusi che egli compie: dall’armare le varie Freedom Flottiglia che transitano per il porto di Napoli verso Gaza; o dal conferire la cittadinanza onoraria ad Abu Mazen, il noto fiancheggiatore dei terroristi di Hamas, nonché il responsabile organizzativo della Strage di Monaco del ’72, il galantuomo che dice che gli ebrei la Shoah “se la sono cercata”; o dall’accogliere Bilial Kayed, lo spietato terrorista che uccide anche donne e bambini, al quale (anche a lui!) vuole conferire una cittadinanza onoraria; o dall’assegnare una sala del Comune per la proiezione di un filmaccio della nota odiatrice degli ebrei, Samantha Comizzoli, intitolato “Israele, il cancro”; o quando annuncia che Mohammed Bakri, una stella del firmamento di Pallywood, avrà, (aridaglie) la cittadinanza onoraria. La guerra di de Magistris contro Israele, sulla testa di quanti non la condividono, continua.