In Danimarca è stato profanato un cimitero ebraico nella città di Alborg. Cimitero in cui sono state ritrovate bambole rosse cosparse di vernice rossa e volantini propagandistici.
Un episodio molto grave per diversi motivi.
A cominciare dal giorno scelto, quello di Pesach (Pasqua ebraica), in cui gli ebrei celebrano l’uscita dalla schiavitù egiziana. Pesach, nei secoli, è stata una festività strumentalizzata dalla propaganda antiebraica, secondo cui gli ebrei utilizzavano il sangue dei cristiani per fare le matzot (pane non lievitato che caratterizza questa festa).
E infatti un volantino ritrovato nel cimitero di Alborg faceva riferimento proprio a questo assurdo stereotipo contro gli ebrei, sottolineato anche da Henri Goldstein, il presidente della Comunità ebraica danese, che così si è espresso sull’atto antisemita accaduto ad Alborg:
“Il vandalismo al cimitero durante la Pasqua ebraica è semplicemente il più classico degli antisemitismi possibili. Lo abbiamo visto per secoli in Europa. Storicamente, molto antisemitismo con conseguenze fisiche è iniziato, tra le altre cose, proprio con atti di vandalismo contro cimiteri e negozi ebraici”.
Altro motivo per cui non bisogna sottovalutare la profanazione del cimitero ebraico danese è il fatto, che il volantino che riportava la firma di Nordfront, movimento di resistenza nordica, che secondo molti, è responsabile dell’azione antisemita, che nelle stesse ore ha colpito nelle vicinanze di una sinagoga a Norrkoping, in Svezia, con modalità simili: bambole imbrattate di vernice rossa e volantini che sembrano esser stati ideati dalla stessa mente.
Questo è il clima che si respira oggi in Europa. L’odio antiebraico è vivo più che mai. Una sottovalutazione potrebbe portare a conseguenze più pesanti.
Non è allarmismo, è provare a lanciare un appello per innalzare il livello di attenzione, perché gli ebrei sono tornati a essere un bersaglio.