Dalla Croazia la polemica è rimbalzata in Francia, dove il quotidiano Libération ha pubblicato una petizione firmata da intellettuali di fama mondiale contro Zlatko Hasanbegovic, ministro della cultura croato noto per le sue posizioni dichiaratamente filofasciste e negazioniste sull’importanza dei valori antifascisti per il suo paese. Petizione che ricorda il revisionismo dello storico di professione riguardo al ruolo degli ustascia croati, movimento filonazista posto nel 1941 da Hitler e Mussolini alla guida dello stato-fantoccio croato, responsabile di atroci crimini durante il secondo conflitto mondiale. Gli ustascia, capitanati da Ante Pavelic, furono l’unica forza politica europea che nella seconda guerra mondiale gestì in autonomia, senza l’aiuto dei nazisti, un campo di sterminio, quello di Jasenovac, dove furono uccisi almeno 80 mila serbi, ebrei e Rom.
La nomina a ministro di Hasanbegovic aveva suscitato molte proteste, acuite quando Novosti, il settimanale edito dal Consiglio Nazionale Serbo, l’organizzazione della comunità serba di Croazia, ha pubblicato una sua foto che lo ritraeva un copricapo ustascia. In seguito sono comparsi articoli risalenti al 1996, scritti sul giornale del Movimento croato di Liberazione, fondato da Ante Pavelić, nei quali il ministro croato definiva gli ustascia degli “eroi” e dei “martiri” e ricostruzioni su una sua appartenenza a diverse organizzazioni di estrema destra. La pressione mediatica ha indotto Hasanbegović a rilasciare dichiarazioni in cui ha definito gli ustascia una deriva morale della Croazia.
Questo però non ha placato i toni, tanto che per i firmatari della petizione Hasanbegovic dovrebbe essere rimosso dal proprio incarico perché si è sempre dichiarato simpatizzante del regime ustascia e contrario a tutti i principi valoriali dell’Europa unita. Tra i firmatari ci sono: il premio Oscar bosniaco Danis Tanovic, la famosa filosofa femminista americana Judith Butler, la ex premier canadese Kim Campbell, l’ex ministro degli esteri spagnolo Miguel Moratinos, l’accademico francese Alain Finkielkraut, il filosofo marxista Antonio Negri e il premio Nobel Dario Fo.
