L’Anp rifiuta il trasferimento di vaccini anti Covid-19 da Israele

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L’Anp rifiuta il trasferimento di vaccini anti Covid-19 da Israele

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L’Autorità palestinese ha rifiutato il trasferimento di vaccini anti Covid-19 da Israele, accettato in precedenza. La motivazione sarebbe la scadenza troppa ravvicinata, la realtà però è ben diversa.

Come spesso accade nelle questioni tra le leadership palestinesi e Stato ebraico, bisogna fare almeno un passo indietro. In questo caso, due.

Secondo gli accordi di Oslo, conclusi nell’agosto 1993, l’Autorità palestinese deve provvedere all’assistenza sanitaria del proprio popolo. L’Anp, quindi, ha la responsabilità degli abitanti delle Aree A e B della West Bank (e non di quelli della C, gestita da Israele).

Questa è la base da cui partire. La prima cosa che va sottolineata è che l’Autorità palestinese non è riuscita ad avere in tempo i vaccini per combattere il Covid-19, che sarebbe arrivati in autunno; forse per inadempienza, forse per mancata capacità di approvvigionamento.

Per questo motivo, Israele, seguendo accordi che da sempre ha con le leadership palestinesi, ha offerto in prestito i vaccini Pfizer all’Autorità palestinese, che avrebbero dovuti restituirli proprio in autunno.

L’Anp, in un primo momento, ha accettato l’offerta di Israele, tanto che il ministro della salute palestinese, Mai Al-Khaila, ha rivendicato con forza la capacità di riuscire a somministrare sessantamila vaccini al giorno.

All’improvviso, però, un netto cambio di rotta da parte dell’Autorità palestinese, autodichiaratosi incapace di somministrare i vaccini nei tempi dovuti. Vaccini che al quel punto sarebbe stati prossimi alla scadenza.

Il ministro della salute palestinese dice una cosa, l’Anp un’altra.

La realtà è diversa. Il mondo palestinese è insorto per non accettare l’aiuto di Israele, che sarebbe stato visto in maniera benevola agli occhi della comunità internazionale e delle opinioni pubbliche. Perché questo avrebbe fatto crollare la demonizzazione dello Stato ebraico da parte palestinese.

La scadenza dei vaccini, quindi, non è nient’altro che una scusa.

Come ha subito precisato il Ministero della salute israeliano i vaccini, in scadenza tra fine giugno e fine luglio, erano:

Perfettamente validi e identici in tutto e per tutto ai vaccini attualmente somministrati ai cittadini israeliani”.

Questo episodio conferma ancora un’altra che per l’Anp è più importante attaccare Israele che provvedere al proprio popolo.

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