Il ministro degli esteri Palestinese Riyad-al-Maliki è stato incaricato giovedì di consegnare personalmente alla Corte dei Crimini Internazionali i documenti che descrivono i presunti crimini di guerra commessi da Israele nella West Bank e a Gaza.
La mossa dei Palestinesi segna un primo passo verso l’apertura di un procedimento penale dei confronti dello Stato d’ Israele, e arriva pochi giorni dopo l’ affermazione da parte delle Nazioni Unite che Israele potrebbe essere colpevole di crimini di guerra durante la guerra della scorsa estate combattuta a Gaza. Maliki ha presentato il file, contenente dati di background e statistiche, al giudice della Corte Internazionale Fatou Bensouda. Il rapporto descrive il controllo israeliano sulla West Bank, le politiche di arresto e la vita quotidiana.
È in programma l’ arrivo in Israele di un team della Corte Penale Internazionale entro la fine del mese per esaminare le accuse da parte dei Palestinesi di crimini di guerra e contro l’ umanità avvenuti nella West Bank e nella Striscia di Gaza, anche se Israele ha descritto questa visita come “di routine”. La revisione potrebbe portare a una conferma dei crimini israeliani, così come potrebbe far venire alla luce crimini da parte degli stessi palestinesi.
L’autorità Palestinese ha ufficialmente aderito alla Corte Penale Internazionale lo scorso Aprile, dopo aver firmato a Dicembre il trattato istitutivo della corte, lo Statuto di Roma. Anche se Israele non è un membro della corte, potrebbero essere portati dinanzi ad essa iniziative legali contro individui israeliani sospettati di crimini di guerra in territori rivendicati dai palestinesi.
A gennaio, Bensouda ha aperto un’ inchiesta sui presunti crimini di guerra commessi da Israele durante la guerra della scorsa estate tra Israele e le fazioni armate a Gaza. Lunedì, un rapporto del consiglio per i diritti umani della Nazioni Unite ha affermato che sia Israele sia gruppi palestinesi avrebbero commesso crimini di guerra e ha esortato la Corte dell’Aia, l’istituto che si occupa di giustizia mondiale situato nei Paesi Bassi, ad avviare un’ indagine. All’inizio di questa settimana Shurat Hadin, un’organizzazione israeliana non governativa, ha richiesto con una petizione che Fatou Bensouda non tratti più questo caso in quanto ha già fatto commenti ai media riguardo la situazione israelo-palestinese, contravvenendo alle poche linee guida date dalla Corte a cui deve attenersi.