Un consigliere comunale della Lega ha messo like a un post su Facebook in cui si parlava di Hitler e forni crematori.
L’episodio è andato in scena a Ferrara, dove il politico del Carroccio, Luca Caprini, si è reso protagonista di quello che ha definito “una leggerezza di cui mi vergogno”, sostenendo di non aver letto il post incriminato.
Ma andiamo con ordine.
Ieri è comparso su Facebook un post sull’esibizione del cantante Sylvestre, in cui l’autore scrive “Ma quel signore con i baffi che usava i forni crematori non c’è più?”, accompagnandolo a un chiaro riferimento ad Adolf Hitler.
Il primo “Mi piace” è proprio di Caprini, che oltre a essere consigliere comunale, è anche un poliziotto e segretario provinciale del Sap, il Sindacato autonomo di polizia.
Un apprezzamento che scatena le polemiche, tanto che Ilaria Cucchi indirizza un appello a Franco Gabrielli, il capo della polizia, cui chiede:
“Se un comportamento simile è consono a un appartenente all’istituzione che Lei rappresenta”.
A prendere una posizione più strettamente politica è Nicola Fratoianni, portavoce di Sinistra Italiana, che auspica provvedimenti disciplinari “immediati e seri”, affermando di voler chiedere un’interrogazione parlamentare al ministro degli Interni Luciana Lamorgese.
A quel punto Luca Caprini prova a difendersi, dicendo che lo spiacevole episodio è figlio di
“Una leggerezza di cui mi vergogno. Ho messo quel ‘like’ senza neppure leggere cosa aveva scritto l’autore del post, lo conosco, è il mio gommista”.
Dopo il consigliere comunale della Lega chiude la sua pagina Facebook, diventata luogo di proteste e insulti.
Come sempre accade in questi casi, non si hanno prove per additare a Caprini come simpatizzante neonaziste. Ciò che possiamo affermare con assoluta certezza è che, vista i suoi ruoli di consigliere comunale e segretario provinciale del Sindacato autonomo di polizia, non può permettersi leggerezze simili.
Cosa rimane dell’ennesima vicenda in cui un personaggio pubblico è coinvolto in un post inneggiante il nazismo?
Che non siamo un popolo di lettori, come le file fuori dalle librerie volevano farci credere.
Che l’Italia post-quarantena non è migliore dell’Italia che l’ha preceduta. Un’Italia dove i social e la “sbadataggine”, a vari livelli, sembrano essere i protagonisti di una ripresa lenta e difficile.