L’antisemitismo si abbatte contro i membri ebrei del Congresso Usa, impegnati nella rielezione nel prossimo turno elettorale.
A rendere noto l’odio antiebraico rivolto nei confronti dei politici americani è stata l’Anti-Defamation League, che ha analizzato tutti i tweet dal 23 luglio al 23 agosto diretti ai 30 membri ebrei in carica della Camera e del Senato.
Un totale di 5.954 tweet sono stati identificati come “potenzialmente antisemiti”, il 10% di cui ritenuti “problematici” e suddivisibili in 4 categorie ben distinte:
- teorie del complotto relative a George Soros;
- linguaggio antisemita esplicito;
- potere e controllo ebraico del mondo;
- mancata lealtà dei membri ebrei del Congresso.
Tra i quasi 6mila tweet “ovviamente” non potevano mancare quelli negazionisti della Shoah, una tragedia fatta dagli uomini contro altri uomini, che ha visto gli ebrei maggiormente colpiti dalle ferocia nazista.
Il rapporto dell’ADL ha osservato, inoltre, che i politici maggiormente fatti bersagli dei cinguettii antisemiti sono stati Jerrold Nadler e Charles Schumer, seguiti da Ron Wyden, Jamie Raskin, Steve Cohen e David Cicilline.
Il documento recita: “La maggior parte dei tweet attacca gli ebrei in generale, commenta i tratti fisici e combina un linguaggio disumanizzante e offensivo accanto alla parola ‘ebreo’. I tweet facevano commenti offensivi sull’identità ebraica e sposavano la convinzione che gli ebrei stessero cercando di smantellare l’America”.
Un’altra cosa denunciata dall’ADL è la convinzione di alcuni, secondo cui gli ebrei avrebbero chissà quale controllo sugli algoritmi dei social media. Per questo l’Anti-Defamation League ha invitato le piattaforme dei social media a: “Sviluppare linee guida o standard per la comunità più forti che affrontano i contenuti di odio e che prendono di mira i gruppi emarginati e minoritari”.
L’ADL ha invitato “le piattaforme a lavorare regolarmente con le organizzazioni per i diritti civili e la società civile per mappare l’ecosistema dell’odio”, dandosi “regole e linee guida su misura” per combattere tale odio.
Sul ruolo dei social media, è intervenuto il CEO di ADL, Jonathan Greenblatt, che dichiarato: “Le piattaforme di social media sono terreno fertile per l’odio e l’antisemitismo su una larga scala e come figure molto pubbliche e talvolta polarizzanti, i membri ebrei del Congresso spesso sperimentano il peggio di Twitter”.