La Commissione Europea ha sbloccato i fondi 2021 per i palestinesi. La cifra ammonta a circa 215 milioni di euro, che confermano l’UE come principale donatore della galassia palestinese.
L’annuncio è arrivato direttamente dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dettasi soddisfatta del superamento di “tutte le difficoltà” all’interno del suo gabinetto, con 26 pareri positivi su 27 Paesi membri UE.
Il voto contrario e le “difficoltà” sono da ascrivere alla volontà dall’Ungheria e del commissario per la Politica di vicinato e l’allargamento, Oliver Várhelyi (ungherese), che nei mesi scorsi avevano provato a legare l’elargizione dei finanziamenti a un cambio di rotta in seno al sistema scolastico gestito dall’Autorità Palestinese, più volte accusata di non porre rimedio all’antisemitismo dilagante presente nei libri di testo.
In proposito vanno lette le dichiarazioni dell’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, il quale ha sottolineato l’importanza dello sblocco dei fondi, aggiungendo che:
“Il finanziamento non include la condizionalità per l’istruzione, che andrebbe contro i principi (degli Stati membri)”.
La notizia dello sblocco dei fondi è stata data in concomitanza al viaggio di Ursula von der Leyen in Egitto e in Israele per la negoziazione e la successiva firma del memorandum d’intesa (MoU) sul gas firmato dall’Unione europea al Cairo con Israele ed Egitto.
Come a dire. La Commissione Europea ritiene Israele un partner commerciale e nel contempo finanzia il mondo palestinese.
Di per sé il finanziamento non ha nulla di irregolare o di illegittimo. L’importante, però, è seguire la destinazione della grossa somma di denaro elargita.
Se la grossa somma di denaro verrà utilizzata per il miglioramento delle infrastrutture e della vita dei palestinesi nulla da eccepire, se invece finirà in qualche canale atto a seminare ancora l’odio contro Israele e contro gli ebrei, allora bisognerà “rivedere” il sistema di finanziamento…