È un ingiustizia, dice qualcuno. No, si chiama lotta al terrorismo e soltanto negli ultimi anni l’Europa sta riassaggiando un po’ di quella privazione di libertà che serve per proteggere i civili dagli attentati terroristici.
La scorsa settimana sono stata ad Assisi e la cittadina di San Francesco era completamente blindata, con volanti dei Carabinieri che sorvegliavano le vie e i posti di blocco dell’Esercito Italiano.
Posto di blocco, in inglese si dice check point. “Ma come? – mi sono chiesta – non sono proprio gli italiani, insieme al resto degli europei, a criticare Israele per i posti di blocco dove i soldati ti perquisiscono prima di farti passare in un area a rischio?“. Perché gli italiani e i turisti ad Assisi possono tranquillamente far vedere la borsa e farsi passare addosso il metal detector, quando lì non c’è mai stato un attacco, mentre Israele non può fare lo stesso per proteggere i propri cittadini quando lì gli attentati terroristici palestinesi sono all’ordine del giorno?
Perché fare i belli con la vita degli altri non solo è facile, ma fa sentire le persone più buone anche quando non è Natale.
Allora il racconto di oggi è questo: Al valico di Kerem Shalom è stato intercettato e sequestrato dall’esercito israeliano un carico di coltelli destinato ai terroristi di Hamas, che era stato camuffato come “materiale idraulico”.
Questa vicenda dimostra non solo quanto siano utili i famosi check point, ma anche il fatto che ogni giorno Israele apre i suoi confini per far entrare a Gaza ogni sorta di bene di consumo. Non solo medicinali e beni alimentari quindi, ma anche materiale idraulico e roba simile.