“Quando si ha a che fare con l’Iran e le sue reti è sempre complesso e pericoloso”. A parlare è Chris Alexander, ex ministro canadese dell’immigrazione, intervenuto sulla scoperta di una rete che in Canada riciclava denaro per Hezbollah.
Facciamo attenzione, perché Alexander non ha parlato di Libano, ma di Iran, il paese che tira le fila del gruppo terroristico fondato nel 1982, divenuto da anni la lunga mano di Teheran, non solo in Medio Oriente.
E, infatti, dopo l’ormai conclamata rete del terrore e di traffici illeciti Iran-Hezbollah in Sud America e le accuse dell’amica India sull’attentato davanti all’ambasciata israeliana a New Delhi del gennaio scorso, l’Iran è stata tirata in ballo anche dal Canada.
Canada secondo cui ci sarebbe anche una triangolazione tra Iran, Hezbollah e mafia cinese, che hanno intrecciato legami per affari tutt’altro che puliti.
Il paese del nord America ha fatto sapere di aver incaricato un gruppo di investigatori per far luce sulle operazioni illecite che avvenivano in alcuni casinò di Vancouver.
I risultati hanno evidenziato traffici di droga, gioco d’azzardo e riciclaggio di denaro, nella cui gestione è entrato anche Hezbollah:
“Attraverso molte ore di intercettazioni telefoniche abbiamo potuto constatare lo stretto legame tra alcuni casinò è una persona di cui abbiamo prove essere legata ad Hezbollah”.
Calvin Chrustie, un ex ufficiale della Royal Canadian Mounted Police, ha rivelato i contenuti di alcuni “telefonate”, in cui “abbiamo visto la loro continua affinità (il regime iraniano e la rete di Hezbollah) con le reti cinesi che sono attive in affari illegali in Canada”.
Chrustie ha continuato: “Se osserviamo le chiamate monitorate e le registrazioni, riconosciamo che alcune delle chiamate sono state ricevute da una persona ufficialmente nota per avere stretti legami con Hezbollah, che è affiliato all’Iran e uno dei suoi delegati”.
Ricapitoliamo.
È stato scoperto il coinvolgimento dell’Iran e di Hezbollah nel riciclaggio di denaro in Canada. Fatto che conferma le attività fuori dal Medio Oriente del paese degli Ayatollah e del gruppo terroristico libanese.
Un sodalizio che, non ci stancheremo mai di denunciare, opera in Sud America, soprattutto sul confine tra Argentina, Brasile e Paraguay, zona franca per traffici illeciti e terreno fertile per il terrorismo islamico.