Il Canada ha classificato come gruppo terroristico le Guardie rivoluzionarie iraniane, la forza militare più potente del paese degli Ayatollah, responsabile di diversi attentati oltre i confini nazionali.
Una decisione dell’alto valore simbolico presa dal governo di Ottawa in un momento storico in cui soffiano nuovi venti di guerra.
Governo su cui erano forti le pressioni degli esuli di Teheran e delle famiglie delle persone presenti sul volo dell’Ukraine International Airlines, abbattuto per errore dalle Guardie rivoluzionarie Iraniane l’8 gennaio 2020. A bordo c’erano 55 cittadini canadesi e 30 che risiedevano permanentemente in Canada sui 175 passeggeri complessivi.
Le Guardie rivoluzionarie iraniane non potranno entrare in Canada e i loro beni nel paese potranno essere sequestrati. La classificazione come gruppo terroristico della forza militare iraniana impedirà ai cittadini canadese di avere rapporti commerciali con i singoli membri o con il gruppo in generale.
La risposta dell’Iran non si è fatta attendere. Il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica islamica, Nasser Kanaani, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa iraniana “Mehr”, ha definito il provvedimento candese “irresponsabile e provocatoria”:
“Questa mossa (…) è in linea con la strada sbagliata che il governo canadese ha intrapreso da oltre un decennio sotto l’influenza dei guerrafondai, veri e propri violatori dei diritti umani e principali fondatori del terrorismo (gli Stati Uniti)”.
Kanaani ha aggiunto che è la Costituzione della Repubblica islamica a conferire legittimità ai Guardiani della Rivoluzione, che:
“Insieme ad altre unità delle forze armate, ha il compito di sorvegliare la sicurezza nazionale e i confini del Paese”.
Nasser Kanaani, forse, dimentica in quanto a violazioni dei diritti umani e del terrorismo, l’Iran non è secondo a nessuno.
Le donne che non indossano il velo in maniera corretta rischiano la vita, gli oppositori politici sono costretti a fuggire dal proprio paese, mentre le presunte spie vengono impiccate sulla pubblica piazza.
Il Canada ha preso una decisione forte, soprattutto in questo periodo in cui la scena internazionali è dominata da aspri conflitti.