Siamo nell’ottantesimo anno della promulgazione delle leggi razziali in Italia e a pochi giorni dalla razzia del ghetto di Roma, due dei momenti più tragici della storia degli ebrei italiani. Se volessimo travalicare l’antisemitismo nazista e abbracciare il “semplice” odio verso gli ebrei, siamo anche a tre giorni dall’attentato alla Sinagoga Maggiore di Roma, il cui il terrorismo palestinese uccise Stefano Gay Taché, di soli due anni, e ferì decine di persone, assieme a una Comunità intera che dopo 40 anni sente ancora le ferite dalla propria pelle.
Episodi diversi che hanno un’unica matrice: l’antisemitismo. Quell’antisemitismo mai nascosto dal regime iraniano, che attacca Israele e il popolo ebraico. Quello stesso regime italiano, di fatto, ospitato nella Camera dei deputati.
La Commissione Esteri della Camera, infatti, ha ospitato i rappresentanti del think tank iraniano IPIS – Institute for Political Studies (affiliato al Ministero degli Esteri), che nel 2006 organizzarono la più grande conferenza negazionista della Shoah.
La scelta ha portato con sé molte polemiche. In una nota la Comunità ebraica di Roma ha reso noto tutto il proprio sgomento:
“Nel pomeriggio di ieri la Commissione Esteri della Camera dei Deputati ha ospitato in seduta informale Alireza Bigdeli e Morteza Jami, rispettivamente membro e vicepresidente dell’Institute for Political and International Studies. Istituto iraniano che nel 2006 ha organizzato a Teheran la conferenza sul negazionismo dell’Olocausto, (l’International Conference to Review the Global Vision of the Holocaust). Solamente la scorsa settimana la Camera aveva votato una serie di mozioni per contrastare le vecchie e nuove forme di antisemitismo, il tutto mentre ci troviamo a pochi giorni dal settantacinquesimo anniversario della deportazione degli ebrei di Roma. È un fatto di una gravità inaudita che le stesse istituzioni che hanno votato una legge sul negazionismo abbiano potuto ospitare un’istituzione di questo tipo. Le aule del Parlamento italiano, simbolo della democrazia di questo Paese, dovrebbero servire per promuovere i valori di libertà e rispetto e non fornire accoglienza a chi nega la storia”.
L’ambasciatore d’Israele in Italia, Ofer Sachs, attraverso una nota stampa, ha ritenuto l’episodio “inaccettabile”:
“Se sul tema dell’accordo nucleare è possibile non condividere una comune visione, ciò su cui non ci si può invece dividere è sulle invettive della Repubblica islamica contro Israele e il suo diritto ad esistere pronunciate durante l’audizione. Che il parlamento italiano, simbolo della democrazia del Paese, non possa ospitare chi promuove idee negazioniste, antisemite e antisioniste”.
Siamo nell’ottantesimo anno della promulgazione delle leggi razziali in Italia. Siamo a pochi giorni dall’anniversario della razzia del Ghetto di Roma nel 1943, abbiamo superato da tre ore il quarantesimo anniversario della morte di un bambino di due anni, che venne citato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di insediamento, evidenziando che l’antisemitismo non è una piaga del passato, ma una pesante eredità che questo paese non riesce ancora a scrollarsi di dosso.