Negli ultimi anni la Polonia sta tentando di minimizzare le sue responsabilità in merito ai campi di sterminio e a tutto il periodo che è arrivato a noi con il termine Shoah.
Va letta in questo senso la legge sull’Olocausto – poi rivista – che nel 2018 ha aumentato le tensione fra Varsavia e Gerusalemme.
All’interno della “depolacchizzazione” della Shoah si è inserito il giornale israeliano Haaretz, che da diverso tempo scrive articoli in merito al tentativo “dei nazionalisti polacchi di falsare centinaia di articoli di Wikipedia relativi alla Polonia e all’Olocausto”.
L’ultima bufala portata alla ribalta dal giornale riguarda la pagina in inglese di Wikipedia sul “campo di concentramento di Varsavia”, noto anche come Konzentrationslager Warschau (KL Warschau) e della camera gas all’interno in cui sarebbero morti circa 200.000 polacchi.
Tutto falso, in quel campo non c’è mai stata una camera a gas e i polacchi morti furono dai 4.000 ai 20.000 (fonti non concordanti).
Andrea Bienati, docente di Storia e didattica della Shoah e delle Deportazioni, ha spiegato:
“Nella realtà dei circa 42.500 tra campi e ghetti creati dai Nazisti nell’Europa occupata e del Reich, il campo di concentramento di Varsavia era uno dei campi “minori” per memorie e informazioni”.
La pagina fake ha visto traduzioni in varie lingue e frammenti di quelle informazioni sono finite in altre voci di Wikipedia su argomenti correlati e dedicati alla Shoah con la conseguenza di un accostamento – falso – tra il campo di Varsavia e altri campi, fra i quali Auschwitz.
Pagina che è rimasta consultabile per un più di un decennio e che ha contributo a creare quella base di memoria, usata da molti polacchi per andare in pellegrinaggio e fare commemorazioni al Konzentrationslager Warschau.
Nell’agosto scorso la pagina è stata modificata, ma tante altre ce ne sono che secondo molti stanno consolidando il “Polocausto”, termine utilizzato dai (nazionalisti) polacchi per indicare le vittime polacche dell’occupazione nazista.