Nei giorni scorsi aveva destato scalpore la decisione della Royal Dutch Shell, multinazionale operante nel settore petrolifero, di utilizzare una nave intitolata a un criminale nazista. Le comunità ebraiche olandesi e britanniche si sono opposte con decisione e la Shell è corsa immediatamente ai ripari.
Pieter Schelte, ex soldato delle SS incarcerato in Olanda alla fine del conflitto per crimini di guerra, è considerato uno dei pionieri dell’ingegneria marittima ed è il padre del fondatore della società Allseas Group che possiede la nave. Inizialmente la Allseas si era rifiutata di cambiare il nome poi, in seguito alle proteste, ha diffuso un comunicato di scuse affermando che non era loro intenzione offendere nessuno e che verranno presi adeguati provvedimenti al riguardo. Decisivo è stato l’intervento dell’unione internazionale dei sindacati del trasporto International Transport Workers’ Federation che ha chiesto il divieto di transito nei mari della Gran Bretagna per l’imbarcazione.
Esther Voet, direttrice del Centro olandese per l’informazione e la documentazione su Israele (Cidi), ha denunciato Shell per aver deciso di servirsi della nave. “Si tratta di una macchia di sangue sul nome della Royal Dutch Shell” ha affermato la Voet accusando la compagnia petrolifera di aver tentato di scaricare ogni responsabilità sull’armatore.
La Pieter Schelte, un colosso di 382 metri, era stata appositamente scelta per smantellare la piattaforma petrolifera Brent situata al largo delle coste scozzesi. Per ora rimarrà bloccata al porto di Rotterdam in attesa di un nuovo nominativo.
Nel frattempo la Allseas ha provato a minimizzare il ruolo di Schelte nel regime nazista affermando che l’uomo avrebbe disertato nel ’43 per passare con la Resistenza. Questa versione è stata smentita da David Barnouw, ex ricercatore dell’Istituto per la Documentazione Bellica Nazionale Olandese, che ha evidenziato le sue responsabilità attraverso varie testimonianze: Schelte ha servito come volontario nella Quinta Divisione Panzer SS “Wiking” tra il 1941 e 1942 combattendo nell’ex Yugoslavia, nelle zone intorno a Rostov e nel Caucaso. La divisione Wiking è stata più volte citata in relazione ai massacri di ebrei avvenuti in Ucraina ed è famosa per aver avuto tra le sue fila Joseph Mengele come medico prima che venisse mandato ad Auschwitz. Barnouw è riuscito a trovare anche un discorso pronunciato dall’ex SS in cui si legge che per lui “la razza ebraica è un parassita, per questa ragione la questione ebraica deve essere risolta in tutti i paesi”, non proprio quello che ci si aspetterebbe da un pioniere dell’ingegneria.