Il famoso Festival del cinema internazionale Belga Cinemamed, dedicato ai film del Mediterraneo, Europa, Africa e Medio Oriente; ha annunciato la cancellazione del film documentario “The Belle from Gaza” a causa delle continue pressioni subite dai gruppi propalestina.
La motivazione ufficiale dell’annullamento è stata:
“Questo film contribuisce al pinkwashing e alla narrativa coloniale del genocidio ad opera di Israele”.
Di cosa parla “The Belle from Gaza” della regista francese Yolande Zauberman?
Il documentario francese racconta la storia di una giovane transgender palestinese che fugge a piedi da Gaza dopo che la sua vita è stata minacciata a causa della sua identità di genere per arrivare in Israele e vivere la sua vita in libertà a Tel Aviv.
Chiariamo alcuni punti sul film documentario.
La produzione di The Belle from Gaza non è israeliana.
Il film è girato solo in parte in Israele.
È stato prodotto e girato prima del 7 ottobre 2023, giorno in cui il terrorismo arabo-palestinese ha voluto che iniziasse una nuova guerra contro Israele.
Allora cosa c’è alla base di questa cancellazione?
Secondo diversi addetti ai lavori, Yolande Zauberman ha commesso il falso errore di dipingere la società palestinese come anti-LBGTQ e quella israeliana come l’esatto opposto. La diretta interessata ha detto al giornale israeliano Haaretz:
“Non ho fatto questo film per dimostrare che Israele tratta meglio le persone trans, ma è un dato di fatto”.
È utile dire che in passato al Festival del cinema internazionale Belga Cinemamed era già stato teatro della proiezione di diversi film israeliani. Ora, però, la politica degli organizzatori è cambiata, assecondando i propal nel rifiutare non solo le pellicole israeliane e quelle dei registri dello Stato ebraico, ma anche quelli che toccano temi scomodo alla narrativa palestinese che vuole ogni male partire da Gerusalemme.
“The Belle from Gaza” è stato proiettato a Milano, a Bologna e è in programmazione in altre cineteche italiane.
Yolande Zauberman ha centrato il punto, ha colpito lì dove fa più male ai sostenitori della narrativa palestinese atta a demonizzare Israele per qualsiasi cosa.