Lo sport nasconde molte storie personali, fra queste c’è quella di Dov-Ber Rosofsky, meglio conosciuto con il nome di Barney Ross, un pugile statunitense di religione ebraica, figlio di Isidore “Itchik” Rasofsky e di Sarah Epstein.
Ross fu testimone dell’uccisione del padre, uno studioso di Talmud emigrato negli Usa da Brest-Litovsk (dopo essere sopravvissuto per miracolo a un pogrom), morto durante una rapina nella sua piccola drogheria nei pressi di Maxwell Street a Chicago.
Ross è entrato nella storia del pugilato per aver detenuto contemporaneamente i titoli mondiali di tre diverse categorie.
Campione del mondo dei leggeri, dei welter junior e dei welter in varie fasi dal 1933 al 1938, Barney Ross non venne mai messo fuori combattimento nelle 81 volte che è salito sul ring. Sconfisse campioni leggendari come Jimmy McLarnin e Tony Canzoneri in incontri visti da oltre 50.000 spettatori.
Nel 1934 e nel 1935 venne eletto Fighter of the year (pugile dell’anno) dalla rivista statunitense Ring Magazine, che nel 2002 lo inserì al 21º posto in una propria classifica degli 80 migliori pugili degli ultimi 80 anni. Barney Ross è stato riconosciuto fra i più atleti del pugilato dalla International Boxing Hall of Fame.
Quella che raccontiamo oggi, però, non è solo una storia di sport. Nel ripercorre le tappe della sua vita non si può non far menzione delle sue eroiche gesta durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ross si ritirò dal pugilato quando ancora non aveva 30 anni e prese la decisione di entrare nell’esercito degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. A differenza di altri sportivi, utilizzati per sollevare il morale, ebbe un ruolo fondamentale nell’esercito.
A Guadalcanal, nel sud del Pacifico, una notte rimase intrappolato sotto il fuoco nemico assieme a tre compagni, di cui due morirono durante la battaglia. L’altro venne salvato dallo stesso Ross che, ferito e potendo utilizzare una sola mano, prima uccise 22 militari giapponesi e poi si caricò sulle spalle l’amico che pesava 230 libbre (104 kg), mentre suo il peso era di 140 libbre (64 kg).
L’eroismo valse a Ross la Silver Star, la terza più alta onorificenza militare degli Stati Uniti.