L’ultima opera di Banksy dedicata al conflitto arabo-israeliano la si può ammirare all’interno de suo albergo, il Walled Off Hotel, l’antro sofisticato e lugubre in cui il kitsch si sposa con l’impegno politico, inaugurato a Betlemme nel 2017.
L’opera è un piccolo presepe composto unicamente dalla Sacra Famiglia posta sotto una replica della porzione del muro che separa i territori della Giudea e Samaria o Cisgiordania o West Bank che dir si voglia, da Israele.
Sul muro, sopra la testa delle statuine, sorge un foro che dovrebbe essere provocato da un mortaio o da un razzo. Il titolo dell’opera dell’enigmatico artista inglese è La Cicatrice di Betlemme. Il foro diventa così, stella cometa drammatica che annuncia non l’arrivo di un Salvatore ma quello di un futuro ovviamente senza muri, e sicuramente senza questa porzione di cemento armato lungo la barriera fatta perlopiù di reticolato metallico e lunga 730 km che Ariel Sharon volle nel 2002 durante la terribile Seconda Intifada quando gli attentati contro i civili israeliani erano all’ordine del giorno.
Il cuore dell’artista inglese batte da sempre per i palestinesi, in ossequio alla vulgata che ne fa le vittime della protervia israeliana, dell’oppressione “colonialista” ebraica. Bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica non solo attraverso l’azione politica ma anche tramite l’arte, o definita tale, perché potrebbe essere anche qualcosa di diverso, così come viene presentata nel titolo ironico della vendita online di Christies di alcune opere di Bansky, Non posso credere che voi coglioni compriate veramente questa merda. Sì, la comprano e la pagano oltre un milione di sterline, come è avvenuto per l’asta in questione.
E La Cicatrice di Betlemme sensibilizza come solo “l’arte riesce a fare”, tuttavia, in questo caso Banksy ha sbagliato il tiro, perché se è vero che Giuseppe, Maria e Gesù si trovavano a Betlemme come riportano i Vangeli, è anche vero che erano tutti ebrei, nonostante la palestinizzazione di Gesù.
Il problema è che se la scena si verificasse oggi, avverrebbe esattamente dall’altra parte della porzione di muro in cui li ha collocati Banksy, in territorio ebraico, in quella che allora si chiamava Giudea. Perché oggi, a Betlemme, sotto il governo dell’Autorità Palestinese, si da il caso che non ci siano ebrei. E’ un luogo rigorosamente judenfrei. Gli ebrei sono dall’altra parte, salvaguardati proprio dal muro che Banksy vorrebbe abbattere, e dove, se non ci fosse, oggi la Sacra Famiglia dovrebbe darsela a gambe levate, non per salvaguardarsi dai propositi omicidi di Erode ma da quelli dei terroristi palestinesi.
L’artista inglese, con la sua ennesima trovata demagogica contro Israele si dà da solo la zappa sui piedi. Parafrasando il titolo dell’asta di Christie’s si potrebbe dunque dire, Non posso credere che voi coglioni prendiate veramente sul serio questa merda.