I bambini non hanno colpe, per questo devono restar fuori da qualsiasi dinamica politica, qualsiasi propaganda o incitamento all’odio. Ai bambini va data speranza, famiglia e insegnanti devono tentare di accudirli il più possibile in un’atmosfera di serenità e amore verso il prossimo. Trasmettere ai bambini sentimenti di odio danneggia la crescita psicologica ed interiore dei piccoli, che dovrebbero avere la testa spensierata e pensare soltanto ai giochi e all’amicizia.
Non è così purtroppo in alcune fette della società palestinese, non solo di Gaza dove i libri e i cartoni per bambini insegnano ad uccidere gli ebrei, ma anche negli asili e nelle famiglie arabo israeliane di Gerusalemme Est. Nel video proposto, i bambini dell’asilo Dar al-Hekma nella zona di Beit Hanina, inscenano una recita nella quale vi sono i peggiori elementi che aleggiano spesso nelle società palestinesi.
Gli stereotipi sono quelli dell’ebreo assassino, del palestinese vittima che poi diventa carnefice per “liberarsi” e del palestinese “deviato”, il collaborazionista.
Nella recita, un palestinese prende dei soldi da un soldato con la kippah in testa, come se gli avesse venduto un suo fratello arabo che viene ovviamente ucciso dall’ebreo pochi secondi dopo senza un motivo. Durante le scenette alcune bambine esordiscono con frasi che esaltano i terroristi richiusi nelle carceri israeliane dicendo che “i prigionieri palestinesi stanno sprecando i loro anni migliori nelle prigioni israeliane, ma con l’aiuto di Allah uccideranno tutti gli occupanti e i collaborazionisti”.
Come possono crescere dei bambini ai quali vengono insegnati sentimenti di odio così forti? Come può un bimbo avere come riferimento figure come Marwan Bargouti (5 ergastoli) o Abbas a-Sayyid (pianificò l’attentato al Park Hotel di Natania, 40 morti e 140 feriti perlopiù anziani sopravvissuti alla Shoah)? È proprio con l’esibizione delle loro foto che termina la recita.
Ora il Ministero dell’Istruzione israeliano ha aperto un’indagine sulla vicenda, una delle tante, ma nel frattempo non sono spuntate ONG, organizzazioni di tutela del bambini o agenzie ONU. Non interverranno perché i palestinesi sono cari ai pacifisti soltanto quando sono vittime di qualche azione israeliana. Lo dimostrano i report e i documenti stilati dalle Nazioni Unite e dalla maggior parte delle organizzazioni non governative: migliaia di denunce contro Israele, una manciata di parole contro gli aberranti comportamenti delle istituzioni palestinesi. Ogni tanto, quando se ne ricordano.