Quando le qualità umane incontrano quelle professionali, siamo di fronte a un personaggio di cui diventa arduo delinearle lo spessore.
Dare il giusto merito alla vita di Oreste Bisazza Terracini rientra nel campo delle difficoltà descrittive, perché nel trovare le parole appropriate per dirgli addio, si rischia di sfociare in un esercizio di retorica anziché di merito.
Il grande uomo e avvocato ci ha lasciati ieri all’età di 85 anni, nel corso del digiuno del 9 di Av, giorno in cui il popolo ebraico ricorda alcune tragedie della sua storia, tra cui le distruzioni dei due Templi di Gerusalemme e la cacciata dalla Spagna.
È grazie alla passione e all’impegno di Oreste Bisazza Terracini che uno degli attentatori del 9 ottobre 1982 alla Sinagoga Maggiore di Roma, fu assicurato (anche se in contumacia) alla giustizia italiana: quell’Osama Abdel Al Zomar, di cui solo a 28 anni dall’attentato l’Italia ne richiese l’estradizione nella persona dell’allora ministro degli Esteri Franco Frattini.
Bisazza Terracini, già presidente dell’Associazione Giuristi Ebrei in Italia e vicepresidente internazionale, fu determinante nel processo relativo alla vicenda dell’Achille Lauro, la nave italiana dirottata dal terrorismo arabo-palestinese nel 1985, riuscendo a ottenere la condanna all’ergastolo di uno dei terroristi, responsabile dell’omicidio di Leon Klinghoffer, gettato in mare durante il sequestro.
Bisazza Terracini, figlio dell’attrice Maria Laura Rocca e adottato dal futuro presidente dell’Assemblea costituente Umberto Terracini, giocò un ruolo fondamentale anche nella condanna di Erik Priebke, boia delle Fosse Ardeatine.
“Mai avete giudicato un uomo di una così grande colpa. Probabilmente mai, nel vostro futuro di giudici, vi troverete nuovamente dinanzi una colpa così spaventosamente smisurata. Questa è una colpa che non si prescrive”.
È parte dell’arringa di Bisazza Terracini per la conclusione del processo in primo grado all’ex capitano delle SS. Era il 21 luglio 1997, cinquantaquattro anni dopo la sua fuga in Svizzera assieme alla madre dopo l’8 settembre 1943, in cui lui stesso Oreste provò le conseguenze dell’odio antiebraico.
Di recente, al fianco dell’Ucei, aveva seguito il caso degli adesivi antisemiti con Anna Frank con la maglia da gioco della Roma affissi da alcuni tifosi della Lazio nel corso di una partita allo stadio Olimpico.
Oreste Bisazza Terracini ha contribuito a scrivere la storia degli ebrei in Italia. Senza di lui, diverse cose sarebbe state diverse.
Sia il suo ricordo di benedizione.