L’Autorità Palestinese ha rilasciato una dichiarazione in cui ha negato le responsabilità di Hamas nella morte di 364 partecipanti (numero non definitivo) al festival musicale “Supernova” vicino al kibbutz Re’im nel deserto del Negev, nel sud di Israele, attaccato il 7 ottobre dal terrorismo palestinese.
Responsabilità che dalla West Bank sono state affibbiate, neanche a dirlo, a Israele, reo di fare ancora uso del “Protocollo Annibale”, finito in cantina anni fa e rispolverato per scrivere un’altra pagina della falsa letteratura palestinese. Secondo Ramallah, quindi, sono stati i bombardamenti degli elicotteri israeliani a uccidere i partecipanti al rave musicale e non i terroristi sanguinari di Hamas.
Le nuove accuse dell’AP contro lo Stato ebraico si baserebbero anche su un articolo del quotidiano israeliano Haaretz, nel quale si ipotizza che il massacro al festival musicale fosse privo di premeditazione, la cui eventuale assenza sarebbe esclusivamente un aspetto formale, che non cambierebbe in nessun modo le atrocità commesse da Hamas.
Le autorità israeliane hanno risposto in maniera che dire seccata è poco, bollando come assurde le dichiarazioni dell’Autorità Palestinese, che ha accusato Gerusalemme anche di aver fabbricato prove false in merito alla mattanza del 7 ottobre.
Nello specificio il premier Netanyahu ha nuovamente accusato l’Autorità Palestinese di pagare i terroristi palestinesi, che commettomo attentati contro Israele, e mantenere le loro famiglie una volta che questi vengono arrestati e rinchiusi in carcere.
Come era facile immaginare le bugie dell’AP hanno scatenato diverse polemiche, che hanno portato la leadership palestinese guidata da Abu Mazen a cancellare quanto scritto sulle piattaforme social.
Secondo alcuni media, però, le deliranti parole palestinesi sono finite in un documento inviato ai diplomatici e alle Nazioni Unite, nell’occhio del ciclone per aver consegnato la presidenza del Forum sui diritti umani all’Iran, paese in cui spariscono nel nulla gli oppositori politici, i gay e le donne vengono uccise per non indossare il velo nella maniera appropriata.
In un recente articolo di Libero Quotidiano, il direttore Mario Sechi, dopo aver visto i video del massacro di Hamas del 7 ottobre, ha scritto:
“Israele ci ha affidato un compito, quello di essere testimoni, di portare i fatti davanti a tutti, di coltivare la memoria perché non accada più”.
A distanza di neanche due mesi da quelle brutalità, c’è chi ha già disatteso il compito di essere testimoni: tra questi, l’Autorità Palestinese.