Quattro civili israeliani sono rimasti uccisi ieri in un attentato terroristico palestinese a Eli, nella West Bank.
A ricostruire quanto accaduto è stato il portavoce militare dello Stato ebraico, il quale ha fatto sapere che i terroristi palestinesi che hanno sparato alla stazione di servizio adiacente alla comunità di Eli erano arrivati in macchina. Giunti sul posto hanno sparato contro i civili israeliani, uccidendone 4 e ferendone altri di cui non è stato ufficializzato il numero. Uno dei terroristi è stato a sua volta fermato e ucciso da un civile.
L’identità del primo terrorista è stata rivelata dai media palestinesi: si tratterebbe di Muhannad Faleh (26 anni).
Le ricerche israeliane per catturare gli altri terroristi hanno portato all’individuazione del secondo sospettato, Khaled Mustafa Abdel-Latif Sabah (24 anni), datosi alla fuga e poi rintracciato vicino la cittadina palestinese di Tubas su un’auto rubata durante l’attentato e ucciso. I due erano affiliati di Hamas.
Altre tre persone sono state arrestate nel villaggio di Ourif, nella West Bank, dove risiedevano i due palestinesi responsabili dell’attentato. A confermare l’arresto è stato lo stesso esercito israeliano, il quale ha reso noto che i tre sono statu “trasferiti per essere interrogati dalle forze di sicurezza”.
Al momento non c’è stata alcuna rivendicazione dell’attentato terroristico palestinese, ma come sempre i gruppi terroristici di Hamas e della Jihad islamica hanno lodato quella che ritengono essere un’azione eroica:
“La reazione è stata rapida contro i crimini dell’occupazione nel campo profughi di Jenin e l’assalto ad Al-Aqsa”.
La solita narrativa palestinese di Hamas è stata utilizzata anche dalla Jihad islamica:
“Questa è una risposta naturale all’escalation e ai crimini dell’occupazione contro il popolo palestinese”.
“Reazione” e “risposta” come se l’attentato terroristico non partisse dalla loro volontà palestinese, ma dall’azione di Israele.
Fin quando si crederà a questa litania?