Quattro morti e quindici feriti, di cui alcuni versano in gravi condizioni. È questo il bilancio dell’attentato avvenuto ieri a Gerusalemme per mano di un terrorista palestinese che con un camion ha travolto un gruppo di persone mentre scendevano dall’autobus, che poi sono state calpestate dalla retromarcia del guidatore, sottolineando, semmai ce ne fosse bisogno, tutta la sua ferocia. Le vittime sono militari di giovanissima in età che erano in gita nella Capitale d’Israele. L’attentatore Fadi al-Qanbar, 28 anni, è stato ucciso.
Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’attentatore è un “sostenitore dell’Isis”, la cui azione terroristica è stata definita eroica da Hamas e compiuta “con un camion dell’Intifada”
Attentato, terrorista, attentatore, azione terroristica. La ripetizione delle non è casuale. La lingua italiana permette di attingere talmente tanti sinonimi di questi termini da riempire una pagina intera. Ma un conto è usare parole “simili” per far scorrere un discorso e un altro è sceglierne altre per sviare la reale entità del gesto, come fatto da molti mass media italiani, che hanno svuotato l’attentato dalla sua matrice terroristica.
Così facendo, non si fa un danno solo a Israele e al popolo ebraico, ma a tutta la collettività, a cui arrivano notizie che non permettono di capire fino in fondo la drammaticità degli eventi.
È stato scritto: Nizza, Berlino, Gerusalemme. Anche qui qualcosa da rivedere c’è. L’ordine cronologico non è esatto. Prima di Nizza, c’è Israele. Un primato che nessun Stato vorrebbe, ma che è un dato di fatto, perché Israele è stato colpito con le stesse dinamiche terroristiche prima di Francia e Germania. Netanyahu l’aveva detto che le modalità degli attentati avvenuti in Israele sarebbero stati replicati anche in Europa, ma nessuno l’ha ascoltato o ha voluto farlo. Soprattutto la Francia, primo paese che il premier israeliano mise in guardia.
Israele, altra ripetizione voluta. In Israele pochi giorni fa, la condanna di un militare, giudicato colpevole di omicidio ai danni di un palestinese, ha aperto un aspro dibattitto nel paese, ieri a Gaza si distribuivano dolci per festeggiare l’attentato di Gerusalemme.
La differenza di civiltà è un’evidenza macroscopica che solo gli atavici pregiudizi antiebraici non fanno rilevare. Come ricordato da Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, l’attentato di ieri è stato compiuto “nel giorno in cui gli ebrei di tutto il mondo piangono e digiunano in ricordo degli avvenimenti che portarono alla distruzione del Tempio di Gerusalemme”.
Casuale?