Attentato alla Sinagoga Grande di Varsavia che questa notte è stata colpita da ignoti con tre bombe molotov. Per fortuna non ci sono vittime o feriti e i danni all’edificio sono minimi. Solamente tanto spavento per i presenti, che hanno confermato il tentativo di incendio doloso.
Il vile attacco antisemita contro la Nozik in Polonia ha trovato lo sdegno delle autorità locali.
Il presidente Andrzej Duda su X ha condannato “il vergognoso attacco”, sottolineando che “non c’è spazio per l’antisemitismo” nel paese.
Sempre sullo stesso social, ministro degli Esteri Radek Sikorski ha scritto:
“Grazie a Dio nessuno è stato ferito. Mi chiedo chi è che prova a rovinare l’anniversario della nostra annessione all’Ue”.
L’attentato antisemita alla sinagoga, infatti, è arrivato proprio nel giorno che celebra il ventesimo anniversario dell’annessione della Polonia nell’Unione Europea.
Sikorski, inoltre, ha ipotizzato un collegamento tra quanto accaduto a Varsavia e gli episodi antisemiti che si sono registrati a Parigi in queste ore, dove sono comparsi Maghen David (stelle di David) sui muri delle strade.
Il ministro non ha detto di più. Dobbiamo domandarci, però, perché una persona che occupa un ruolo politico così importante metta in correlazione due fatti accaduti a più di 1500 chilometri di distanza.
Che dietro le parole di Sikorski ci sia qualcosa di più? Magari il ministro ha voluto far intendere che un gruppo o un’organizzazione stia guidando gli episodi di antisemitismo che si stanno verificando negli ultimi mesi in Europa?
L’assenza di vittime o feriti non deve far prendere sotto gamba quanto successo a Varsavia. Attaccare un luogo di culto è un atto ignobile. Attaccarlo in piena notte è un avvertimento.
Per chi? Solamente per gli ebrei polacchi? Per le istituzioni?