Israele si è sempre distinto nel dare un importante contributo alla ricerca scientifica e allo sviluppo delle nuove tecnologie. Le chat, le chiavette USB e l’algoritmo per “zippare” i files sono solo alcuni degli innumerevoli prodotti Made in Israel che usiamo ogni giorno. Gli ebrei nel resto del mondo non sono da meno: il protocollo TCP/IP per comunicare su Internet, i codici a barre, Facebook, Google, sono tutte invenzioni di cui non possiamo più fare a meno. Ma a quando risale questa capacità di ingegnerizzare il trattamento delle informazioni?
Il più antico sistema di cifratura è il plurimillenario codice Atbash che troviamo proprio nell’ebraismo. Il codice Atbash è un cifrario a sostituzione, questo significa che ogni lettera del messaggio segreto viene sostituita con un’altra lettera dell’alfabeto. In particolare, la prima lettera dell’alfabeto viene sostituita con l’ultima lettera dell’alfabeto, la seconda lettera dell’alfabeto viene sostituita con la penultima, e così via. Chi conosce il criterio con il quale sono state cambiate le lettere è in grado di operare le sostituzioni inverse decifrando il testo e ricavando il messaggio in chiaro. Nell’alfabeto ebraico la prima lettera è la Aleph e viene sostituita con l’ultima che è la Tav; la seconda lettera è la Beth e viene sostituita con la penultima che è la Shin. Dalle iniziali della sequenza Aleph-Tav-Beth-Shin si ottiene il nome del cifrario, ovvero Atbash.
Pionieri della crittologia, dopo 2500 anni gli ebrei non si smentiscono e continuano a vantare importanti primati nel campo. Per citarne alcuni, l’elaborazione della teoria della NP-completezza usata da moltissimi sistemi di cifratura moderni, le invenzioni israeliane della crittanalisi differenziale e del comunissimo algoritmo RSA, o quella della crittografia asimmetrica. Basti pensare che l’algoritmo RSA ci permette di effettuari pagamenti elettronici in sicurezza. La crittografia asimmetrica, invece, è usata per autenticare i siti Internet e ci dà la garanzia che stiamo effettivamente comunicando con chi crediamo di comunicare. Pensiamo a quando inseriamo le credenziali dell’Home Banking. Grazie alla crittografia asimmetrica, un sito malintenzionato che si fingesse quello della banca con un vero e proprio travestimento con l’obiettivo di rubare dati sensibili come username, password o codice PIN, verrebbe immediatamente smascherato perché fallirebbe la procedura di autenticazione.
Interessante riflettere su come tutto iniziò dai tempi remoti del codice Atbash. Di strada ne è stata fatta davvero molta, oggi la protezione dei dati è un elemento di cui non possiamo assolutamente fare a meno e se possiamo comunicare in sicurezza molto lo dobbiamo a Israele.
