Dopo le scoperte fatte a cavallo dell’estate, anche nelle ultime settimane gli archeologi hanno portato alla luce dal sottosuolo di Israele ulteriori oggetti risalenti a migliaia di anni fa.
A Kiryat Sefer, a metà strada tra la capitale Gerusalemme e Tel Aviv, sono stati ritrovati oggetti che hanno lasciato esterrefatta l’equipe che ha eseguito gli scavi, diretta da Avraham Tendler: monete d’argento risalenti al tardo periodo ellenistico (126 aC), considerate le prime monete coniate.
Monete nascoste in una fessura di una roccia di una tenuta agricola che è stata scoperta durante gli scavi, raffiguranti Antioco VII e suo fratello Demetrio II, entrambi i re asmonei. Complessivamente le monete sono 16 e il loro ritrovamento è stato definito “non comune” da Robert Kool, curatore del Antiquities Authority Israel.
In un altro scavo condotto da Tzvika Tzuk, direttore di Archeologia per la Israel Nature and Parks Authority in collaborazione con Eli Yanai, un ex ricercatore Israel Antiquities Authority e Dan Warner e Jim Parker dal Baptist Theological Seminary di New Orleans è stato rinvenuto nel sito archeologico del Parco Nazionale di Tel Gezer, nelle colline vicino a Beit Shemesh tesoro di oggetti d’oro e d’argento risalenti al periodo cananeo (circa 3600 anni).
Il ritrovamento che ha fatto più clamore è quello di un papiro, scritto in ebraico antico che è la prima fonte non biblica che fa menzione di Gerusalemme in lingua ebraica.
Il documento contiene un esplicito riferimento alla capitale durante il periodo del Primo Tempio (7emo secolo aC, risalente al Regno di Giuda) che indica il pagamento delle imposte o trasferimento di beni ai magazzini di Gerusalemme.
L’oggetto fu saccheggiato da una banda di ladri di oggetti antichi in una grotta nel deserto della Giudea, sequestrato in un’operazione molto difficile dall’Unità della IAA per Prevention of Antiquities Robbery.