L’Arabia Saudita ha deciso di ridurre i contenuti contro Israele nei libri di testo. A rivelarlo è stato un rapporto pubblicato dalla IMPACT-se, la ong specializzata nel monitoraggio dei materiali educativi.
È sparita la profezia religiosa di una guerra per uccidere il popolo ebraico, che non verrà più etichettato come “forza sionista”, che farebbe uso di denaro, droghe e donne per controllare il mondo.
Marcus Sheff, CEO di IMPACT-se, ha affermato:
“A confronto con i testi sauditi esaminati nei nostri rapporti del 2002, 2008 e anche del 2019 è chiaro che i nuovi libri del 2020 rispecchiano lo sforzo istituzionale di modernizzare i programmi di studio del Regno. Le autorità saudite hanno avviato un lungo processo volto a sradicare l’odio anti-ebraico”.
In Arabia Saudita, quindi, sta cambiando l’atteggiamento nei confronti dello Stato d’Israele che sta divenendo “più equilibrato e tollerante”. Fra le cose rimosse, anche il capitolo dedicato al “pericolo sionista”, che minava alla base la legittimità dell’esistenza di Israele, nonché molti riferimenti alla jihad, a differenza di dieci anni fa in cui lo scopo era quello di preparare gli studenti al martirio.
IMPACT-se ha tenuto a precisare che non sono del tutto scomparsi contenuti anti-israeliani nei libri scolastici sauditi: permane, infatti, l’assenza di Israele nelle mappe della regione:
“Detto questo permangono contenuti anti-israeliani. Chiaramente c’è ancora del lavoro da fare. Tuttavia i cambiamenti fatti fanno ben sperare. Ci vogliono ulteriori miglioramenti, ma l’impressione prevalente è che vi sia la volontà di impegnarsi, di partecipare al dialogo sui contenuti e di procedere con la riforma dai libri di testo”.
Quanto deciso dell’Arabia Saudita, riguardo i testi scolastici, segue il tentativo di normalizzazione dei rapporti con Israele, che già altri stati arabi hanno provveduto a fare.
Un passo importante per la pace in una regione, in cui tutta la comunità internazionale dovrebbe isolare i gruppi terroristici.