L’Unesco prova a dare un calcio all’antisemitismo. Per la prima volta l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura dell’Onu ha deciso di cancellare dalla lista dei patrimoni dell’umanità una manifestazione.
Dove per manifestazione leggasi il Carnevale di Aalst, venuto alla ribalta mediatica per i suoi carri carichi di antisemitismo e razzismo.
Nel comunicato ufficiale si legge che l’Unesco ha preso tale decisione per rispetti dei “principi fondanti di dignità, parità, mutuo rispetto fra i popoli e condanna di ogni forma di razzismo e antisemitismo”.
Il carnevale di Aalst, entrato nel 2010 nella lista Unesco, ha sollevato numerose polemiche. Dopo l’edizione 2019, infatti, la parata della piccola città belga è salita ai disonori della cronaca per aver fatti sfilare carri con sopra pupazzi dal naso adunco seduti su sacchi di denaro, che richiamavano in maniera inequivocabile due stereotipi contro gli ebrei: la forma del naso, la ricchezza e l’avidità.
La decisione dell’Unesco è stata così commentata dal presidente del World Jewish Congress, Ronald Lauder, che ha dichiarato: “Non c’è posto per questo odioso simbolismo nel 21esimo secolo”.
Shimon Samuels, direttore delle relazioni internazionali del Simon Wiesenthal Center, ha ammonito:
“La rimozione dalla lista Unesco non è una garanzia per un carnevale senza odio. Monitoreremo e, se necessario, adotteremo altre misure per informare i nostri soci in tutto il mondo e altri amici sui pericoli della partecipazione alla manifestazione”.
Il provvedimento preso dall’Unesco è un primo passo dell’Onu nella lotta all’antisemitismo. Quella stessa Onu che per troppo tempo non ha teso una mano né al popolo ebraico né allo Stato di Israele.
Più di qualcosa è andato storto nella trasmissione della storia…